«La mia memoria è a posto»: un Joe Biden furioso convoca una conferenza stampa serale alla Casa Bianca per attaccare il procuratore speciale Robert Hur, che lo ha scagionato non senza criticare la sua gestione delle carte classificate e la sua grave smemoratezza senile, ma scivola in diretta mondiale nell'ennesima gaffe confondendo il presidente egiziano Al Sisi con quello messicano. È la terza gaffe in tre giorni consecutivi, dopo aver scambiato Macron con Mitterrand e Merkel con Kohl. Troppe, anche per quello che un commentatore politico del Washington Post ribattezzò nel 2019 «una Lamborghini delle gaffe», dopo che l'anno prima lo stesso Biden si era definito «una macchina da gaffe». Tanto che ora nel partito democratico ci si comincia a preoccupare seriamente delle condizioni del presidente più anziano della storia americana (81 anni) e del rischio che la sua campagna possa essere compromessa dai crescenti segnali della sua vulnerabilità fisica e mentale. Con il retro pensiero se non era il caso di fare spazio prima ad una leadership più giovane selezionata nelle primarie.
L'attacco dei repubblicani
Naturalmente i rivali del commander in chief hanno colto la palla al balzo.
Il report
Quanto al rapporto del procuratore speciale sulla gestione delle carte classificate quando era senatore e vicepresidente, Biden si è detto soddisfatto di essere stato completamente assolto da ogni crimine e ha voluto rimarcare la differenza con Trump. Sul caso «io ho collaborato con la giustizia, deponendo per cinque ore in due giorni, l'8 e il 9 ottobre, all'indomani dell'attacco di Hamas contro Israele, quindi nel bel mezzo di una crisi internazionale. Trump al contrario ha mentito e non ha collaborato», ha attaccato Biden, negando di aver condiviso carte classificate e di averle conservate incautamente (come documentano le foto del rapporto). Ciò che però ha fatto andare su tutte le furie il commander-in-chief sono stati i commenti di Hur sui suoi problemi di memoria, in particolare il fatto che non ricorderebbe la data della morte del figlio Beau, stroncato da un cancro a 45 anni. «Come ha osato?», ha dichiarato visibilmente scosso. «Non ho bisogno di nessuno che mi ricordi quando è morto mio figlio: ricordo ogni minuto, ogni istante di quel giorno», ha assicurato. Poi ha ironizzato con l'ostile corrispondente della Fox alla Casa Bianca: «Forse la mia memoria è cattiva perchè ti ho concesso di farmi una domanda». Peccato che mentre se ne stava andando abbia abboccato alla domanda di un reporter su Israele e sia tornato indietro, cadendo rovinosamente nella gaffe su Al Sisi.