Cluster al Goretti, 100 infermieri positivi: la Asl corre ai ripari

Cluster al Goretti, 100 infermieri positivi: la Asl corre ai ripari
di Vittorio Buongiorno
3 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Febbraio 2022, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 10:49

L'ondata dei contagi di queste ultime settimane ha messo sotto pressione il Goretti e ora rischia di mandarlo in tilt. Colpa ovviamente del ricovero di decine di pazienti covid. Ma non solo.
In tutto il mese di gennaio sono stati 182 complessivamente i ricoverati Covid che hanno costretto la direzione del nosocomio e i medici a fare i salti mortali. Con circa 110 posti letto covid a disposizione (compresi i 33 di pronto soccorso) i sanitari hanno dovuto quotidianamente barcamenarsi, bilanciando gli arrivi con le dimissioni di chi, superata la fase acuta della malattia, poteva essere rimandato in sorveglianza domiciliare.
Non è stato, però, come detto, l'unico problema. Infatti la diffusione dilagante del virus (36.500 i nuovi contagi registrati solo a gennaio in provincia di Latina, circa il 7 per cento della popolazione residente) ha finito per colpire da una parte i pazienti che si sono presentati al Goretti per farsi curare altre patologie, un infarto o la frattura di un piede per intenderci; dall'altra medici e infermieri. Si è visto infatti in queste settimane che essere vaccinati con tre dosi non ha impedito i contagi, ma solo garantito forme più blande di contagio. Solo che asintomatici o pauci asintomatici hanno favorito purtroppo il diffondersi del virus anche nei reparti non covid del Goretti.
«E' così, purtroppo - ammette la manager Asl Silvia Cavalli - Attualmente abbiamo circa 100 adetti checontagiati, stanno bene ma sono assenti dal lavoro. Sono in larghissima parte infermieri e questo ha comportato problemi nell'organizzazione e nella gestione del lavoro dei reparti». A questo si è aggiunta la pressione sul pronto soccorso degli ultimi giorni. «Martedì abbiamo dovuto dichiarare il sovraffollamento - racconta la manager Asl - Una procedura prevista che consente di dare un minimo di tregua, è parito un allert al 118 e da quel momento per qualche ora sono stati portati al Goretti solo pazienti in urgenza perché non c'erano più fisicamente postazioni per seguire altri malati. I sovraffollamenti sono ciclici - continua la Cavalli - ma quello di ieri è stato tra i peggiori a memoria del personale».
Ma torniamo al covid e al cluster del Goretti. La difficoltà è garantire le cure con l'assenza di così tanti operatori e con la presenza di così tanti contagiati. Attualmente si calcola che circa un terzo dei posti letto dell'ospedale di Latina siano occupati da pazienti covid. Ci sono i posti letto di Malattie Infettive, quelli dei reparti riconvertiti covid, quelli del pronto soccorso. Circa 110 in tutto. Ma ora ci sono anche quelli creati per necessità nei reparti dove si sono manifestati i nuovi casi.
Il cluster più eclatante è quello di Cardiologia dove ci sono una ventina di infermieri contagiati un paio di medici e circa 12 pazienti. Per questo è stato deciso di mantenere non covid solo il reparto Utic (la terapia intensiva coronarica) e trasformare di fatto in covid il reparto di Cardiologia.
«Si tratta di pazienti vaccinati e asintomatici, gli altri quelli sintomatici sono stati trasferiti nei reparti covid - spiega la Cavalli - e questo è stato fatto anche in altri reparti dove si sono manifestati casi, abbiamo dedicato una stanza ai pazienti covid».
Si spera che nel giro di qualche giorno il numero dei contagi cominci a scendere sensibilmente così da scongiurare l'aggravarsi del problema al Goretti. «Contiamo nel giro di alcuni giorni di veder rientrare al lavoro buona parte degli infermieri. Nel frattempo abbiamo deciso di garantire per questa settimana solo le urgenze. Di dare priorità alle linee assistenziali in urgenza, al funzionamento del Pronto soccorso e dei servizi a supporto anche per la parte chirurgica, chiudendo o limitando per il momento le attività ambulatoriali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA