Export boom, all'estero tutti innamorati dell'olio pontino

Export boom, all'estero tutti innamorati dell'olio pontino
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Domenica 12 Dicembre 2021, 05:01
LE ECCELLENZE
Giappone, Svezia, Stati Uniti e Russia, sono tutti innamorati dell'olio extra vergine della provincia di Latina. Nonostante il parziale blocco dei mercati causato dal covid, aumentano le quantità che le aziende delle Colline pontine vendono all'estero. Da Cori a Sonnino, fino a Gaeta, gli intermediari stranieri vanno alla ricerca dell'oro verde pontino e mettono in collegamento i produttori con clienti più danarosi di quelli nostrani. Come ci si arriva? Dipende caso per caso.
DEGUSTAZIONI IN DANIMARCA
Ad esempio l'olivicoltore Catullo Manciocchi, di Cori, dal 2014 spedisce il suo olio in Danimarca. Ha iniziato per soddisfare la richiesta dei villeggianti danesi che negli anni hanno frequentato la cittadina e assaggiato il suo prodotto. Proprio in questi giorni Catullo è a Copenaghen con la Camera di Commercio di Foggia, in veste di assaggiatore iscritto nell'elenco ministeriale, per presentare gli oli italiani agli appassionati della città della Sirenetta. L'ulivo cresce solo nella fascia mediterranea e raccontare i suoi sapori e profumi a chi non li ha mai provati è un'impresa. Spiegare ai danesi che l'amaro e il piccante sono proprietà positive è complicato confida l'olivicoltore al telefono dalla Danimarca. Si tratta di condurre i neofiti alla scoperta dell'olio di qualità prosegue - perché loro nemmeno sanno cosa siano certi difetti. Quanto ai prezzi? Nei negozi danesi - dice l'olivicoltore , una bottiglia da mezzo litro sta a 24 euro. Per un produttore italiano sarebbe conveniente riuscire a fare la vendita diretta ma trovare le strade giuste non è semplice.
DOMANDA GIAPPONESE
L'alternativa è quella degli intermediari, che comprano ai prezzi di listino ma ordinano forniture consistenti e costanti. Cosmo Di Russo, pluripremiato olivicoltore di Gaeta, spedisce all'estero dal 2016. La domanda maggiore afferma arriva dal Giappone e dalla Svezia, poi da Francia, Germania, Stati Uniti, Olanda e Norvegia. Non è semplice arrivare ai clienti racconta - ma, se ci si riesce, ci si accorge che il prodotto viene valorizzato di più. Cosmo ha intrapreso la strada dell'export grazie a un incontro tra aziende organizzato dalla Camera di Commercio e ora le richieste sono in aumento. Tutti cercano la qualità e l'olio pontino ha una carta vincente in più. Si tratta afferma della gradevolezza olfattiva e gustativa data dalle caratteristiche dell'oliva itrana, che è facilmente comprensibile al palato dei consumatori. Ma fare un ottimo olio non basta: Ogni acquirente è venuto almeno una volta a trovarci dichiara l'olivicoltore di Gaeta perché per i clienti esteri rivendere un prodotto vuol dire comunicare l'esperienza e le particolarità di un'azienda e di un territorio. E poi la continuità nella fornitura è fondamentale.
«MAI TRADIRE»
«L'essenziale è non tradire mai su qualità e quantità» rivela l'imprenditrice di Sonnino Lucia Iannotta, anche lei pluripremiata, che vende all'estero il 40% della produzione. «Il concorso provinciale delle Colline Pontine ci ha fatto da maestro con gli insegnamenti giusti dice la Iannotta -, purtroppo però ci sono ancora troppi individualismi mentre nel mondo c'è tanto spazio e poco olio per soddisfare le richieste». Pure per lei gli acquirenti maggiori sono in Giappone, ma non mancano quelli tedeschi, austriaci, norvegesi, statunitensi, canadesi e, di recente, russi. Nel suo caso l'export è partito con il passaparola dei turisti che frequentano il Circeo, alle pendici del quale c'è il suo oliveto, e gli ordini che le arrivano dagli intermediari esteri sono in aumento del 20% annuo. Il prezzo della fornitura è lo stesso che si pratica in azienda ma si tratta di vendite sicure e di pregio afferma la Iannotta che stanno trainando, man mano, anche i sottolio, le olive e gli oli aromatizzati. «Quel che chiedono gli stranieri aggiunge è un prodotto che abbia la certificazione biologica. Quanto ai marchi, se prima era ricercato il brand Made in Tuscany', credo che in futuro diventerà importante l'Igp Olio di Roma, perché identificherà un luogo conosciuto in tutto il mondo». Luigi Biagi
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