Rom, caccia al quarto uomo. E Alfano convoca i sindaci

Rom, caccia al quarto uomo. E Alfano convoca i sindaci
di Valentina Errante e Paola Vuolo
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Martedì 2 Giugno 2015, 23:00 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 11:37

La questione rom non riguarda il Viminale, Alfano lo dice con chiarezza ma, mentre si avvia alla conclusione l’indagine sull’auto killer che a Roma ha ucciso una donna filippina di 48 anni, il ministro dell’Interno interviene su un problema che «rischia di diventare di ordine pubblico» e annuncia: «Convocherò presto i sindaci perché una soluzione va trovata. E dovranno illustrarmi quale posizione assumeranno». Intanto, dopo l’arresto dei due latitanti, che si trovavano a bordo dell’auto pirata, la squadra mobile di Roma cerca di dissipare gli ultimi dubbi sull’indagine che sembra conclusa. Sembra sempre meno probabile l’ipotesi che ci fosse un quarto uomo sulla Lancia Lybra che ha ferito otto persone e ne ha uccisa una.

NO AI CAMPI

E’ alla trasmissione Dimartedì su La7 che il ministro risponde alle domande sui rom. «Le ruspe proposte da Salvini? Qualunque persona di buon senso sa che gli italiani sono stanchi di vedere gli accampamenti, una soluzione va trovata.

Il grande popolo italiano non vuole ammazzare nessuno né vuole vedere morire nessuno. Non credo che le soluzioni di Salvini siano quelle giuste, ma il tema va preso in mano. La soluzione che darò - continua Alfano - è che i sindaci dovranno dire loro come intendono risolvere il problema nelle città. Se io rileverò che ci sono ancora problemi di sicurezza e ordine pubblico dovrò ulteriormente intervenire e lo farò senza timidezza». Il responsabile del Viminale attende risposte dai primi cittadini ma spiega anche di essere contrario alla soluzione degli appartamenti ai rom prospettata da alcuni sindaci, come quello di Roma.

«Io avevo preso un impegno dopo l'omicidio di Roma, perché di omicidio si è trattato. Ho detto che li avremmo presi e infatti li abbiamo presi». Alfano ribadisce il successo delle indagini condotte dalla squadra mobile di Roma guidata da Luigi Silipo.

LE INDAGINI

E mentre oggi è attesa la convalida per due dei tre indagati per omicidio volontario in concorso, perde terreno l’ipotesi che a bordo dell’auto pirata ci fosse un quarto uomo. La sera di mercoledì scorso, con certezza, su quella Lancia Lybra viaggiavano Antony, 17 anni, che guidava, la moglie Maddalena, anche lei minorenne e il fratello Samuel, 19 anni. La ragazza è stata fermata subito dopo l’incidente, non è riuscita a scappare perché è inciampata, mentre i due fratelli sono riusciti a nascondersi per giorni. L’equipaggio della volante che quella sera ha intimato l’alt all’auto dei rom, ha visto solo tre persone. Ma nelle ore successive Batho, il padre di Samuel ed Antony, si è autodenunciato, dichiarando che era lui alla guida della Libra.

La polizia non gli ha creduto, nell’auto, sotto il cruscotto è stato trovato il cellulare del minore, e ci sarebbe anche la testimonianza di Maddalena a confermare che alla guida c’era il marito. Batho avrebbe dunque mentito per salvare il figlio più piccolo, oppure ha detto una mezza verità ed era lui il quarto uomo, anche se non guidava? E’ tutto da verificare, ma secondo la ricostruzione della polizia quasi certamente il cerchio si chiude con i tre giovani fermati. Gli inquirenti non ritengono probabili altre ipotesi come quella della presenza in macchina di un boss, magari legato alla criminalità organizzata.

LO SFOGO

Intanto emergono dettagli sulle prime dichiarazioni alla polizia di Anthony e Samuel, rimasti latitanti per giorni. I due, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti ai magistrati, si sono invece sfogati con gli agenti che li hanno arrestati. «Avevamo paura che ci linciassero Siamo rimasti nascosti perché, dopo quello che era successo, la gente ci avrebbe ammazzati».