Roma, Palatino superstar iniziano i restauri con il laser scanner

Roma, Palatino superstar iniziano i restauri con il laser scanner
di Laura Larcan
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Martedì 26 Gennaio 2016, 23:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 00:00
Caligola ne sarebbe stato soddisfatto. In fondo il progetto più suggestivo messo a punto dalla Soprintendenza ai beni archeologici riguarda proprio il restauro del “ponte di Caligola”, una ciclopica galleria pensile che offre una sequenza mozzafiato di ambienti rivestiti di stucchi scavati nelle viscere del Palatino, lì dove sorgeva la casa del folle e controverso terzo imperatore di Roma. Siamo sulle pendici orientali del Palatino, nella vertiginosa Domus Tiberiana, che dal Foro romano scala l'imponente parete del colle. Il “ponte di Caligola” sarà il fiore all'occhiello di un percorso di visita inedito del colle. Non altro che le vie segrete dei Cesari.

Gli studiosi la considerano la rinascita del Palatino, spedito a collezionare progetti ambiziosi, compresa l’operazione hi-tech del rilievo totale dell’area archeologica con il laser scanner, con l’obiettivo di ottenere un modello tridimensionale della Domus Tiberiana che grazie all’altissima qualità visiva offra dati inediti sulla sua architettura. Il bilancio della Soprintendenza guidata da Francesco Prosperetti ha premiato il Palatino con un super finanziamento per il 2016 di 7,3 milioni di euro. Pronto a triplicare nel triennio. Solo per le vie degli imperatori ne servono 8,5. I lavori fervono, il primo cantiere di restauro si aprirà entro marzo. Ne darà conto anche il convegno “Il Palatino tra Tiberio e Massenzio” che si apre oggi all'Ecole française.

 

LA PASSEGGIATA Il traguardo sarà suggestivo. «Offriremo una passeggiata nel tempo», racconta la Filetici responsabile del progetto, insieme all'archeologa Mirella Serlorenzi. «Il pubblico potrà entrare nelle strutture della Domus Tiberiana». Un complesso colossale, ampliato da Domiziano e Adriano. I numeri sono evocativi: ambienti alti 15 metri, per un'estensione complessiva di 2000 metri quadrati, quasi i due terzi delle strutture del Palatino. Un patrimonio rimasto interrato fino a tutto l'Ottocento, e precluso al pubblico (gli ultimi lavori risalgono al 1979). Punto di raccordo sarà la Rampa Domizianea. Da qui si entrerà nel Clivo della Vittoria, la strada coperta lunga un chilometro che corre nel ventre del Palatino attraverso la Domus Tiberiana, per riemergere alle Uccelliere Farnesiane. Si rientrerà "nella terra", affrontando una nuova “via tecta” (coperta) fino al ponte di Caligola, per rivedere la luce sul terrazzo dei cipressi.

Punta di diamante saranno le pendici del Palatino sul Velabro, il versante Nord su via di San Teodoro. «È qui che possiamo aprire un altro ingresso al colle, in corrispondenza dell'Arco di Giano e il Foro Boario», avverte la Filetici.
Proprio i lavori sul pendio del Velabro hanno regalato una sorpresa: «È riaffiorata una ricca residenza del I sec. a.C.», annuncia la Filetici. «Stiamo lavorando come per San Francesco ad Assisi dopo il crollo della volta per il terremoto», spiega la studiosa. Come un puzzle grandioso, gli archeologi (Silvia Fortunato in testa) stanno ricomponendo i tasselli della volta crollata. La domus si articolava su quattro livelli: se ne conservano due. Spiccano tre grandi ambienti e una sala di servizio rivestiti di dipinti del terzo stile: «Rimossa la scialbatura chiara sono comparse figure di uccelli, maschere, fiere che cacciano - ricorda la Filetici - Scene incorniciate da riquadri sottili e stele di rose». La domus rientrerà nel circuito di archeo-trekking, che dal tempio della Magna Mater raggiunge le Arcate Severiane con vista sul Circo Massimo.
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