Qualche anticipazione sul progetto l’ha data il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, alla rivista Il consulente del lavoro. I temi delineati sono tanti, anche se lo stesso Taddei ha riconosciuto che non potranno essere tutti perseguiti nell’immediato. C’è ad esempio la questione dei tempi di pagamento, che si pone per i lavoratori autonomi in modo ancora più stringente rispetto ai fornitori di beni e servizi, trattandosi essenzialmente del loro reddito.
TERMINE DI 30-60 GIORNI
L’idea è di assicurare tempi certi, prevedendo per coloro che dall’attività ricavano il proprio sostentamento, un termine massimo di 30-60 giorni. Altro capitolo sono le tutele per malattia e disoccupazione. Si tratta di estendere le forme di protezione che in parte già esistono, ma con pesanti limiti: naturalmente questo ha dei costi per lo Stato e quindi la soluzione potrebbe arrivare gradualmente, in una fase successiva. Difficile dunque che l’argomento possa essere affrontato già nella imminente legge di Stabilità.
Con la manovra dovrà essere invece certamente risolta la questione del regime fiscale per i minimi, i lavoratori per lo più giovani, con partita Iva e guadagni limitati. La soglia (in termini di ricavi) per poter usufruire di una tassazione agevolata del 5 per cento tornerebbe in via definitiva a 30 mila euro, rispetto al livello di 15 mila; l’aliquota ridotta potrà essere sfruttata per un periodo di cinque anni (mentre il meccanismo proposto lo scorso anno e non gradito dagli interessati non aveva limiti temporali). Il costo stimato per lo Stato è di alcune centinaia di milioni, ma stavolta le regole dovranno essere studiate con attenzione visto che comunque c’è il rischio di scontentare i non moltissimi lavoratori autonomi che al contrario avevano tratto beneficio dalle novità.
Su questo come su altri temi il governo ha ancora qualche giorno di tempo per mettere a punto l’articolato della legge e definire lo schema delle coperture finanziarie. Il consiglio dei ministri dovrebbe essere convocato per mercoledì prossimo o al massimo per giovedì 15, che è l’ultimo giorno utile sia per approvare il provvedimento da inviare alle Camere, sia per spedire a Bruxelles il corrispondente Documento programmatico di bilancio.
LA RISOLUZIONE
Il Parlamento intanto si appresta a votare le risoluzioni con le quali viene dato parere favorevole alla Nota di aggiornamento al Def. Il passaggio è importante perché le Camere devono tra l’altro autorizzare - in base alla legge di attuazione del pareggio di bilancio - il ricorso alla flessibilità e la temporanea deviazione dal cammino verso l’equilibrio finanziario. Nella bozza messa a punto al Senato il via libera è condizionato al prolungamento oltre il 2015 della decontribuzione a beneficio dei nuovi assunti, a ulteriori interventi a favore dei lavoratori esodati e all’introduzione del principio della flessibilità nei requisiti per la pensione.
Luca Cifoni
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