Leggere i romanzi per capire la rabbia: come la letteratura anticipa i fermenti sociali del nostro tempo

Michel Houellebecq
di Maria Latella
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Lunedì 7 Gennaio 2019, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 21:06
Il politico guarda i sondaggi, lo statista legge romanzi. Così, per chi volesse restituire un ruolo alla letteratura e alla sua anticipazione della realtà, verrebbe da parafrasare la citazione di De Gasperi.
Lo “shutdown” negli Stati Uniti, spazzatura non raccolta e statali senza stipendio per settimane mentre molti prevedono che, prima o poi, l’America divisa conoscerà la secessione. I gilet gialli in Francia. Lupi solitari che, al grido di “Allah Akbar” attaccano e spesso uccidono, in Inghilterra, nel centro di Stoccolma, nei mercatini di Natale a Strasburgo o in Germania. E poi cortei di protesta in Ungheria, politici catalani in carcere per le loro idee come ai tempi della Spagna di Franco, fuochi che si accendono tra pseudo tifosi delle squadre di calcio, in Italia come a Buenos Aires.

ANTICIPARE
La vita è un romanzo ma sono i romanzi ad anticipare, raccontando con rabbia. Basta prenderne in mano tre, uno americano, un inglese e l’ultimo (troppo celebrato senza neppure averlo letto), quello del francese Michel Houellebecq.
Che cosa hanno in comune Storia d’amore vera e supertriste di Gary Shteyngart (Guanda, 2010), Middle England di Jonathan Coe (Feltrinelli 2018) e, appunto, Serotonina (La nave di Teseo 2010)?
Raccontano, in qualche caso anticipandola, quella che sembra essere la passione del nostro tempo. La sola capace di accendere vite per il resto apparentemente prosciugate: la rabbia. O la sua faccia depressa: la frustrazione.
Gli uomini di questi tre romanzi non fanno sesso, vuoi perché sotto psicofarmaci (il Florian-Claude di Serotonina), vuoi perché vi hanno rinunciato (Benjamin e Doug e Charles di Middle England, anche se poi per qualcuno le cose cambieranno), vuoi perché convinti di valere poco, manipolati come sono da fidanzate troppo calcolatrici per amarli davvero (Lenny Abraham di Storia d’amore vera e supertriste).

Quanto alle donne, sono infelici e di mezz’età o infelici e velleitarie, oppure infelici e arrabbiate come la quindicenne Coriander di Middle England. In un paio di casi, sono asiatiche ed egogentricamente misteriose, come la giapponese di Houellebecq e la coreana di Gary Shteyngart.

Ma, come si diceva all’inizio, il fil rouge di questi tre romanzi è il racconto della rabbia. Il più visionario dei tre è Gary Shteyngart che già nel 2010 anticipa un’America costellata da piccoli attentati e medie carneficine cui ormai nessuno fa più caso. Lenny lavora per una multinazionale sino-americana interessata solo agli Individui ad Alto Valore di Reddito, quelli a cui vendere cure per l’eterna giovinezza. In un’America in cui lo yuan ha sostituito il dollaro, Lenny vive come tutti attaccato al suo “apparat”, strumento tecnologico che gli consente di verificare in tempo reale il conto in banca di chiunque. Il problema è che anche gli altri possono vedere il suo. Così Lenny gira per i quartieri di Manhattan cercando di evitare gli appositi pali luminosi che pubblicano immediatamente il tuo “indice di credito”. Attenzione: Gary Shteyngart ne scriveva nel 2010, ma in Cina ora succede davvero qualcosa di simile: a Shangai i nomi dei debitori di piccole somme vengono pubblicati sui tabelloni delle due principali stazioni.

OSSESSIONE
Quella di Storia d’amore vera e supertriste è un’America in cui tutti sono ossessionati dal denaro (anche perché una vasta maggioranza non ne ha), dalla bellezza e perenne giovinezza, cui solo gli ultraricchi hanno accesso.
La Middle England di Jonathan Coe è una rivisitazione brillante della favola del topo di città e quello di campagna. Il topo di città è Doug, giornalista di successo, molto di sinistra ma sposato con una miliardaria che finanzia il partito conservatore. Hanno una figlia quindicenne, Coriander, che li disprezza entrambi. I topi di campagna vivono intorno a Birmingham: le donne sono colte, infelici, politicamente corrette e convinte Remainer. I maschi sono senza lavoro, o si vedono surclassati nella carriera da donne per giunta immigrate. Bevono birra, guardano lo sport in tv e sono arrabbiati, molto arrabbiati. Odiano “quelli di Londra” e votano Brexit. “Quelli di Londra” (intesi come i Remainer) con loro non sanno più nemmeno parlare.

INSOFFERENZA
Nei film degli anni ‘60 Michelangelo Antonioni evocava l’incomunicabilità, in Middle England siamo all’insofferenza. Al punto che Sophie, accademica trentenne, non riesce più nemmeno a parlare con Ian, il marito che la adora non è un intellettuale ed è pure filo Brexit.

E se il romanzo di Jonathan Coe alla fine lascia spazio alla speranza, non va così in Serotonina dove Florent-Claude, funzionario del ministero dell’agricoltura, prevede indifferente l’annientamento delle albicocche di Roussillon come il latte del Calvados, per effetto delle regole di Bruxelles. E proprio nella rivolta degli allevatori normanni, poche pagine nel plot del romanzo, si concentra la narrazione della rabbia francese, quella per cui si scrive di un Houellebecq che anticipa i “gilet gialli”.
Stavolta però l’esprit visionario del romanziere non c’entra. Stavolta, almeno per la Francia, era facile: bastava fare due chiacchiere col proprietario di un bar di Bordeaux o di Calais. La rabbia dei topi di campagna contro l’élite dei topi di città era densa come un Camembert.
E comunque, se ogni tanto i politici leggessero un romanzo, invece dei loro costosi sondaggi, capirebbero prima e a miglior prezzo quel che di lì a poco potrebbe coglierli di sorpresa.
 
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