Agenzia del farmaco, Roma esita e rischia lo scippo

Agenzia del farmaco, Roma esita e rischia lo scippo
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 00:16 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 22:03
ROMA Il Lazio è la Regione italiana più importante per l’export di farmaci con 8 miliardi di euro di vendite all’estero. Conta 300 imprese del settore che, con l’indotto, valgono la bellezza di 22 mila dipendenti. Poco meno della Fiat Auto. In Europa, poi, il Lazio è tra le dieci più importanti aree produttrici di farmaci in termini di fatturato e occupazione (e di posti di lavoro ultraqualificati nella ricerca). 

Eppure Roma, capitale regionale oltre che italiana, invece di rivendicare un rapporto fecondo col territorio e con la sua economia rischia di perdere l’autobus dell’Ema (European Medicines Agency), l’Agenzia del Farmaco dell’Unione Europea che da sola vale oltre 150 posti di lavoro e un enorme valore aggiunto. 
L’Ema è un autobus a due piani, visto che parte da Londra: qui l’Agenzia ha la sede attuale ma, dopo Brexit, dovrà traslocare. Perché non a Roma? Perché Milano sembra più veloce. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, l’altro giorno ha scritto una lettera al sindaco della Capitale, Virginia Raggi, per unire le forze. Ma la Raggi non ha risposto. Un tentennamento che stride rispetto alla forza d’urto che Milano ha già messo in campo con un blitz a Londra che il neosindaco meneghino, Giuseppe Sala, ha già messo a segno sei giorni fa. 

ESITAZIONI
Ieri anche il premier Matteo Renzi è stato a Milano per ragionare su come portare in Italia oltre all’Ema, anche l’Autorità bancaria europea. E pure il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, si è schierata con Milano. Nella sua lettera Zingaretti diceva alla Raggi: «Le chiedo di poter esercitare un’azione congiunta presentando un dossier al governo italiano ed alle autorità europee per sostenere tale prestigiosa iniziativa», vale a dire la scelta di Roma come sede dell’Ema. Risposte? Zero. Dall’entourage del sindaco di Roma è stato fatto sapere: la Raggi è d’accordo ma ora è impegnata su altre emergenze.

Intanto un altro neosindaco laziale, Damiano Coletta anch’egli eletto il 19 giugno a Latina, ha deciso di farsi avanti. La provincia pontina vanta una propria specializzazione nella farmaceutica, con 5.000 addetti e un export di medicinali di oltre 5,3 miliardi di euro. Così se la Capitale non si muove, Latina decide di giocare di anticipo come terzo incomodo nel duello Roma-Milano. E lo fa anche coordinandosi. Il senatore Pd di Latina, Claudio Moscardelli, l’ha sottolineato in modo chiaro: «Il nostro territorio ha le carte in regola per partecipare alla sfida».
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