Forza Italia scontro continuo Pelino bacchetta Febbo

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Lunedì 13 Ottobre 2014, 06:10
POLITICA
SULMONA La resa dei conti deve ancora entrare nel vivo e c'è da giurare che da oggi, con i risultati delle elezioni provinciali alla mano, ognuno affilerà le sue armi. Per rivendicare o per recriminare.
Certo in Forza Italia non si respira aria di pace, e al duro attacco portato dal consigliere regionale Mauro Febbo al coordinatore Nazario Pagano, risponde la senatrice Paola Pelino (nella foto) che, si sa, vanta un rapporto diretto con l'ex Cavaliere. «Minare continuamente l'unità del partito con attacchi ripetuti al coordinatore regionale Nazario Pagano non è certo il modo migliore per rilanciarne l'iniziativa, soprattutto dopo la sconfitta delle ultime elezioni regionali -bacchetta la senatrice- Chiedo pertanto a Mauro Febbo di accantonare questa strategia della critica continua a mezzo stampa, per ragionare tutti insieme sulle ipotesi di rilancio di Forza Italia, partendo da una rinnovata fiducia al coordinatore indicato direttamente da Silvio Berlusconi solo qualche mese fa».
Febbo dal canto suo mostra i «muscoli della base», quasi a marcare la distanza ormai incolmabile tra chi «rappresenta solo se stesso» (vale a dire Pagano, seppur nominato da Silvio Berlusconi in persona) e chi, invece, recluta soldati sul campo (dalle Province, all'Anci). «Nella componente degli ex An c'è una inspiegabile tendenza a distinguersi dal resto del partito -riprende Paola Pelino-, ma se si è scelto di fare parte di una forza politica è giusto analizzare i motivi di una sconfitta elettorale, senza cadere però nell'errore di individuare un unico o soltanto pochi responsabili. I nostri elettori chiedono certamente maggiore coinvolgimento e iniziative sul territorio, ma questi obiettivi vanno raggiunti con un confronto sereno che non perda di vista l'indispensabile unità del partito. Basta con gli attacchi di una parte».
In fondo anche la Pelino, come Febbo, auspica «maggiore unità non solo all'interno di Forza Italia, ma di tutta la coalizione». Se queste sono le premesse...
Patrizio Iavarone
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