Titan, i passeggeri avevano capito che stavano per morire? «Per un minuto sono rimasti al buio e ammassati uno sull'altro»

Secondo l'ingegnere spagnolo José Luis Martín il sottomarino sarebbe «precipitato come una freccia» verso gli abissi prima di «esplodere come un palloncino»

Titan, le vittime avevano capito il proprio destino? «Per almeno un minuto sono rimasti al buio e ammassati uno sull'altro»
di Alessio Esposito
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Martedì 11 Luglio 2023, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 14:06

Sono ancora numerosi i punti interrogativi sulla tragedia del sottomarino Titan, in cui lo scorso 18 giugno hanno perso la vita cinque persone impegnate in una spedizione verso il relitto del Titanic. La maggior parte degli esperti ritiene che il piccolo sommergibile sia imploso, probabilmente a causa di un guasto tecnico, e che le vittime non abbiano avuto neanche il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo. Resta viva, tuttavia, l'ipotesi che la tragedia fosse evitabile, ma soprattutto che i cinque passeggeri abbiano avuto modo - a un certo punto della discesa - di comprendere il destino verso cui andavano in contro. A bordo del sommergibile c'erano i turisti Hamish Harding, 58 anni, Shahzada Dawood, 48 anni, suo figlio Sulaiman Dawood, 19 anni, il pilota della marina francese Paul-Henry Nargeolet e il Ceo di OceanGate, Stockton Rush.

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Titan, la ricostruzione dell'ingegnere spagnolo

L'ingegnere José Luis Martín, esperto di sottomarini, in un'intervista ai media spagnoli ha fornito una nuova ricostruzione, secondo la quale il Titan sarebbe «precipitato come una freccia» verso gli abissi prima di «esplodere come un palloncino».

Secondo questa versione, i passeggeri per almeno un minuto si sono ritrovati al buio, ammassati l'uno sull'altro, mentre colavano a picco verso il fondo dell'Oceano: un tempo in cui, verosimilmente, hanno potuto realizzare l'orribile fine verso cui stavano andando.

«Sottomarino affondato come una freccia»

Martín, che in passato ha lavorato come capo ingegnere su un sottomarino passeggeri turistico, ritiene che il Titan abbia iniziato la sua caduta «come una una pietra» a una profondità di circa 1.700 metri e sia imploso a 2.500. Il sottomarino, a causa di un guasto elettrico, sarebbe rimasto senza motore e propulsione, perdendo inoltre i contatti con la Polar Prince. A quel punto il Titan avrebbe cominciato ad affondare in verticale, a una velocità piuttosto sostenuta visto che i passeggeri si erano ritrovati ammassati l'uno sull'altro in corrispondenza dell'oblò. «Immagino l'orrore, la paura e l'agonia. Deve essere stato come un film dell'orrore», ha detto Martín.

L'implosione

L'ingegnere ha aggiunto: «In quel periodo di tempo hanno realizzato tutto. E per di più, nella completa oscurità. Difficile farsi un'idea di quello che hanno vissuto in quei momenti. Dopo quei 48 secondi, o un minuto, c'è stata l'implosione e poi la morte istantanea». Martín ha paragonato l'implosione alla «foratura di un pallone» dicendo che non è stata causata solo dalla profondità, ma dall'improvviso aumento della pressione mentre il sottomarino scendeva in profondità «come una freccia».

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