Una strage di donne, avvenuta in uno scenario da inferno dantesco. Almeno 41 detenute (forse di più) sono morte ieri all'interno carcere femminile di Támara, in Honduras, a circa 25 chilometri dalla capitale Tegucigalpa. L'ipotesi più accreditata, alla base del tragico accaduto, parla di un possibile scontro tra gang rivali. Lo ha reso noto il quotidiano locale La Prensa. Tra le vittime, 25 sono decedute per ustioni gravi, le altre 16 a causa dei proiettili esplosi. Cinque detenute sopravvissute al massacro sono state portate d'urgenza all'ospedale Escuela di Tegucigalpa.
#FranciscoMorazán #Honduras🇭🇳- Smoke seen and heavy gunfire at the National Women's Penitentiary for Social Adaptation (PNFAS) Centro Femenino de Adaptación Social (CEFAS) women's prison in #Támara amid rioting among inmates inside facility pic.twitter.com/2bjrCZMp7Q
— CyclistAnons🚲 (@CyclistAnons) June 21, 2023
Le ipotesi sul massacro
Il dramma è esploso quando alcune detenute hanno appiccato il rogo alla cella che ospitava alcune detenute della gang avversaria. Probabilmente un atto di ritorsione che si inserisce nella faida che vede contrapposte le componenti della Pandilla barrio 18 e quelle della Mara Salvatrucha, da sempre in lotta tra loro per il controllo del territorio e del racket.
Di certo c'è solo la brutalità della carneficina: fiamme, spari, corpi bruciati vivi, grida di disperazione, colonne di fumo soffocanti. Un'ala della struttura è andata completamente distrutta. Diverse immagini dell'orrore stanno circolando in queste ore sul web: mostrano cadaveri ammucchiati, sparsi in diverse aree del penitenziario. Buona parte irriconoscibili.
Heartbreaking images of relatives of prisoners from the Tamara #women's prison in #Honduras, who were victims of an armed #attack by rival #gang members. #Honduran media say that according to #witnesses, the #murderers used rifles and set the women on #fire. pic.twitter.com/WQnLMwAGgg
— Prateek Pratap Singh (@PrateekPratap5) June 21, 2023
La reazione delle istituzioni
Secondo la portavoce del Procuratore generale, Yuri Mora, sul posto sono arrivate cinque squadre di medicina legale. Per il momento, non è sicura neppure cifra esatta delle vittime. «Quando ci sono corpi carbonizzati è più difficile riconoscere i cadaveri - ha dichiarato - ma si fa con il Dna, con i denti o con tracce leggibili».
L'edificio penitenziario di Tamara ospita in tutto circa 900 detenute. Buona parte di esso è ridotta in cenere. La viceministra della Sicurezza, Julissa Villanueva, ha dichiarato lo stato di emergenza nel carcere e che sarà usato «il pugno di ferro» per la messa in sicurezza della struttura: numerosi membri della polizia e dell'esercito sono stati dispiegati intorno al perimetro prigione.
Ieri la presidentessa dell'Honduras, Xiomara Castro, ha annunciato su Twitter«misure
drastiche» in arrivo, dicendosi «sconvolta per la mostruosa arneficina», che a sua detta sarebbe stata «pianificata dalle gang sotto lo sguardo e la tolleranza delle autorità di sicurezza». I provvedimenti non si sono fatti attendere troppo: è notizia di oggi la rimozione di Ramón Sabillón dall'incarico di misnistro per la Sicurezza. Al suo posto Castro ha nominato Gustavo Sanchez.