Sfila la cultura, Leopardi e D’Annunzio diventano una pochette

Sfila la cultura, Leopardi e D’Annunzio diventano una pochette
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Venerdì 31 Gennaio 2014, 16:43 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:53
ROMA - Un foglio nella tasca dei nuovi pantaloni ‘80 stile Jackie, in seta, cotone e lino, per correre da mattina a sera. Una pochette libro, racchiusa in due copertine di un volume. Alcune pagine di vestiti con frasi e parole che, ricamate su organza o incise al laser su plexiglass trasparenti e fumè, ritroviamo anche nei bijoux, realizzati da Cecilia Rosati.



Legano parole, mood e materiali della collezione Fili di parole, Pagine di abiti che ha sfilato nei giorni dell'AltaRomAltaModa all’Hotel Westin Excelsior di via Veneto, per presentare la primavera-estate 2014 dello stilista marchigiano Vittorio Camaiani.



Sua è la donna vestita di disegni, fili di parole, pagine di abiti e frasi che dagli abiti agli accessori corrono l’uno nell’altro a fondere pensieri di Leopardi e D’Annunzio.



Tutto per celebrare la sartorialità e l’artigianalità di ricamatrici che, con il punto indietro, hanno scritto messaggi d’amore, pensieri e opere capaci di mirare dritto al cuore.



Così gli aggettivi sfiorano la linea del corpo con fogli di seta e chiffon a contrastare con libri in organza che si schiudono sulla silhouette. Fogli su fogli, avvolti alla vita dell’abito foglio, appoggiati alle spalle dei soprabiti che si aprono nelle maniche delle camicie casual chic in seta con colletto a polo.



Tutto reso mediante sete pesanti, shantung, taffetà, sangallo di cotone e cotone trapuntato e lino, proposto in texture leggere, soprattutto nel bianco. La palette rispetta le vibrazioni letterarie: dal verde del leopardiano colle al bianco&nero tanto caro a d’Annunzio in accostamento a calde nuances cognac, tinte terrigne fino al beige, nude e cipria.



Ha detto Camaiani: «Tutto è iniziato da un foglio, complice la timidezza o comunque quel venir meno della voce. Quando sin da bambino i miei disegni raccontavano di me e dei miei sogni e mi aiutavano giorno dopo giorno e anno dopo anno».



E gli stessi fogli sembrano muoversi al vento quando diventano pagine del cappello-libro in rafia ad opera del cappellificio Jommi Demetrio.
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