Walter Quatrocciocchi: «L'odio sui social contro le donne? Ci salveranno i nativi digitali»

Walter Quatrocciocchi: «L'odio sui social contro le donne? Ci salveranno i nativi digitali»
di Vanna Ugolini
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Martedì 2 Luglio 2019, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 15:01

«L'odio sui social? Il meccanismo della polarizzazione funziona a pieno regime. Ma ci salveranno i nativi digitali, che conoscono già tutti i meccanismi e che pensano ai social come a un luogo in cui si gioca: in fondo la foto più cliccata su Instagram è un uovo». A parlare è Walter Quattrociocchi,  ricercatore all'Università di Venezia, uno dei primi che in Italia si è occupato dei meccanismi che si innescano sui social, del tema della polarizzazione e delle "camere dell'eco", quando cioè cerchiamo e ascoltiamo solo quello che condividiamo e quelli che non sono d'accordo con noi sono dei nemici.

Professor Quattrociocchi, cosa sta succedendo? Il web è attraversato dall'alta marea dell'odio. Siamo fuori controllo?
«No, anzi. La polarizzazione sta andando a pieno regime.  Per quanto riguarda il caso Sea Watch abbiamo una ragazza di 31 anni che rappresenta al meglio lo stereotipo dell'antagonista di sinistra e per Salvini diventa un bersaglio perfetto. L'altra parte poi risponde nella stesso modo. E' la polarizzazione perfetta»

Ma a dialogare solo attraverso i simboli succede che, alla fine, per dirla con un termine marinaresco, ci si incaglia.
«E' uno scontro tribale fra totem. Prima Greta, ora Carola. Se uno continua ad alimentarlo va avanti».

E come si fa a disinnescarlo?
«Con l'ironia, con lo schernimento bonario, con il ragionamento. Senza un approccio comunicativo la polarizzazione non porta a niente, non porta da nessuna parte. Ogni notizia, vera o falsa che sia, serve solo a diventare un supporto alla tua tesi. Se non si spezza la simmetria del pro e contro si resta su un inutile conflitto».

Un conflitto che fa vittime...
«La polarizzazione crea danni quando coincide con l'azione politica. E fa vittime quando tratta temi importanti e sensibili. Ad esempio, la polarizzazione sul tema dei vaccini alimenta un gruppo che vive di quella».

Come mai gli odiatori si concentrano soprattutto contro le donne?
«Il primo episodio che ebbe larga eco furono le parole di Grillo contro la scienziata Levi Montalcini. Poi l'esplosione c'è stata con Laura Boldrini quando era presidente della Camera. Io credo che questo dipenda dal fatto che le donne che vengono prese di mira rappresentano i modelli culturali di una parte politica. In fondo la guerra non è tra destra e sinistra ma è tra elite. Le donne prese di mira rappresentano il politicamente corretto, un concetto che viene attribuito a una elite e dunque a un "totem". Un totem contro cui scagliarsi se ci si riconosce in un altro totem. Oggi vedo che Laura Boldrini sta comunque cambiando la sua comunicazione. Si fa ritrarre con pane e fave sul treno prendendo bonariamente in giro Salvini. Questa è una buona strategia: smitizzare, smontare i totem».

Come ne usciamo?
«La mia esperienza mi dice che i ragazzi con cui sto facendo dei corsi hanno capito tutti questi meccanismi, se ne rendono conto e non se ne preoccupano. Per loro chi crede a certe bufale e chi cade in certi meccanismi sono i quarantenni che al mattino accendono il pc e scrivono "Buongiornissimooooo, Caffè?". Non sono di certo loro. Loro lo sanno che i social sono un gioco e che la foto più cliccata su Instragram è un uovo che ha avuto oltre 25 milioni di like»

E chi lavora nell'informazione? 
«Non si può prescindere dai social ma bisogna uscire fuori dal sistema. I social sono solo un pezzo del sistema. Ci dobbiamo adeguare abbassando il livello della polarizzazione. Fare approfondimenti, spiegare come stanno le cose»

All'estero succede la stessa cosa?
«Più o meno sì. Non ho fatto una ricerca in proposito, ma quello che sembra che il fenomeno dell'odio e della polarizzazione è meno forte dove ci sono governi più autevoli e c'è meno scontento sociale. Ma è ancora da verificare»

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