Leggi e sentenze scritte da uomini riflettono carenze verso le donne, la denuncia di un pool di giuriste scozzesi

Leggi e sentenze scritte da uomini riflettono carenze verso le donne, la denuncia di un pool di giuriste scozzesi
di Franca Giansoldati
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Domenica 9 Febbraio 2020, 11:58

E se le leggi fossero scritte dalle donne, sarebbero diverse? La domanda per ora resta in ambito accademico e circoscritta ad un autorevole numero di giuriste scozzesi, ma la ricerca che sta portando avanti una associazione di giuriste, potrebbe scuotere dall'interno il sistema giuridico di molti paesi europei. Tante leggi e tanti processi potrebbero essere riscritti se fosse stata adottata anche una visione più inclusiva, femminile e meno maschile? Attorno a questo monumentale progetto promosso da una associazione di giuriste  (Scottish Feminist Judgment Project) si sviluppa un lavoro di analisi giuridica molto articolato.

Il diritto scozzese avrebbe potuto essere migliore e più giusto davanti a tanti processi se i giudici avessero adottato una prospettiva femminile, o se vi fossero state leggi più inclusive? Per l'associazione la risposta è positiva e in tanti casi si tratterebbe persino di riscrivere alcune normative perchè possano davvero riflettere l'uguaglianza tra i sessi.

Le sentenze che nel passato sono state scritte da giudici non sarebbero le stesse se fossero state scritte da giudici di sesso opposto. «Questo non significa riaprire dei processi, si tratta di fare affiorare il contesto nel quale sono state emesse le sentenze. Un giudice donna può avere una sensibilità differente, per esempio cambiare i motivi legali che sono stati specificati per giustificare una decisione nella sentenza finale, magari aprendo la possibilità di sostenere un aspetto che è stato ignorato» spiegano alla associazione.

I casi giuridici sono i più disparati ma su tutti pesa l'interrogativo se sia stato applicato davvero un approccio femminile nel giudizio finale. Il caso Doogan, per esempio. In questo caso si tratta di un gruppo di impiegate in un ospedale di Glasgow che si rifiutava di praticare aborti appellandosi al diritto di coscienza, compreso la sorveglianza gerarchica di persone che, invece, la praticavano. Oppure il caso Ruxton versus Lang, in questo caso si trattava della difesa di una donna (Fiona Lang)  minacciata di morte da un uomo. Il giudice rifiutò in prima istanza di lasciare che Fiona Lang fondasse la sua difesa sulla necessità di guidare sotto l'influenza dell'alcol nel tentativo di fuggire da un partner violento. Il giudice affermò che Fiona avrebbe potuto anche scegliere di non guidare un'auto visto che era ubriaca, avrebbe potuto scegliere di camminare, la riteneva una soluzione meno pericolosa per lei e per coloro che la circondavano. Le avvocatesse che la difesero ribaltarono la sentenza mettendo al centro della dimensione giuridica la violenza coniugale, visto che il giudice la aveva posta in secondo piano e facendo affiorare l'assurdità di affermare che la donna in quelle circostanze avrebbe potuto essere più prudente e di camminare da sola a quell'ora di notte.

Gli esempi che l'Associazione delle giuriste scozzesi sono tanti e fanno emergere che tante leggi potrebbero essere più bilanciate da una prospettiva femminile. «Nel nostro progetto proviamo a dimostrare come tanti testi legislativi essendo stati scritti solo da uomini, spesso mostrano una visione unica. E lo stesso si dica dei giudizi emessi nelle corti composte solo da uomini». Certo la legge dovrebbe essere uguale per tutti e per tutte, ma a volte non è sempre così.

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