Ancona, in crescita l'export delle Marche
Ottavi: segnali positivi, ma c'è ancora incertezza

Traino dell'industria farmaceutica
di Micol Sara Misiti
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Venerdì 13 Marzo 2015, 13:54 - Ultimo aggiornamento: 18:07
ANCONA - Nel 2014 le esportazioni delle Marche sono cresciute del 7,5% rispetto al 2013, contro il +2% della media nazionale. Lo rivelano i dati dell'Istat che inserisce le Marche tra le cinque regioni che hanno maggiormente contribuito all’espansione dell’export nazionale, insieme ad Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte. L'Istituto di statistica piazza la nostra regione al quarto posto per crescita delle esportazioni e il risultato risente dell’incremento registrato dal comparto della chimica farmaceutica (+39%) e dei prodotti petroliferi (+140,2%).



In espansione le vendite verso i Paesi Ue (+12,3%), stazionarie quelle verso i Paesi extra Ue (+0,8%). Significativo il dato assoluto relativo all’ammontare dell’export nel 2014: con 12,48 miliardi di euro, il valore dello scorso anno supera di quasi 2 miliardi quello del 2008, attestandosi come il più elevato degli ultimi 7 anni. «Nel 2014 il valore delle esportazioni dalla nostra regione - dice il presidente della Regione Gian Mario Spacca - ha toccato il massimo livello da 7 anni a questa parte. L'export marchigiano raggiunge e, addirittura supera, i livelli pre-crisi».



Solo Ascoli Piceno (+20,9%) ha registrato una variazione superiore alla media regionale, positivi ma inferiori alla media sono Ancona (+7,1% in linea con la media regionale), Fermo (+1,3%), Pesaro Urbino (+0,7%) e Macerata (+0,3%). A livello settoriale, in crescita sono risultate anche minerali non metalliferi (+9,8%), carta e prodotti in carta (+9,6%), articoli d’abbigliamento (+9,1%), prodotti tessili (+6,1%), mezzi di trasporto (+6%), legno e prodotti in legno (+2,6%). «Il quadro economico, pur con qualche segnale positivo, resta ancora incerto - afferma il presidente di Confindustria Nando Ottavi - e rende necessario moltiplicare gli sforzi di tutti per aiutare le imprese a superare le difficoltà».



Anche se l'export è in crescita, quasi il 58% delle aziende non è in regola con le norme sul lavoro. E' quanto emerge dai dati del Rapporto annuale sull'attività di vigilanza in materia di lavoro. Nel 2014 nelle aziende ispezionate 2.448 lavoratori risultavano irregolari, di cui mille lavoravano in nero. Le altre irregolarità riguardano le norme su salute e sicurezza (883) e la disciplina in materia di orario di lavoro (474 violazioni). Ammontano a 13,8 milioni di euro i contributi e i premi evasi dalle imprese e recuperati in seguito alle attività di vigilanza, mentre raggiungono i 2,1 milioni di euro gli importi sanzionatori introitati.