Mauro Carturan torna alla guida della città di Cisterna, almeno fino al 10 marzo. Ieri il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) ha deliberato la «sospensione propedeutica dello scioglimento del Consiglio comunale - è scritto nell’atto - la contestuale nomina del Commissario ad acta, la delibera del Consiglio Comunale del 30 gennaio della mozione di sfiducia del sindaco e di tutti gli altri atti e/o provvedimenti presupposti, collegati, antecedenti, successivi e consequenziali e, comunque lesivi dell’interesse a veder ricoperta la carica di sindaco e ad esercitarne le relative funzioni in capo al sindaco uscente».
La nomina del Commissario prefettizio è stata quindi sospesa in attesa della trattazione collegiale in camera di consiglio del 10 marzo. Il viceprefetto, Enza Caporale (insediata il 4 febbraio), ieri mattina ha dato attuazione al decreto e lasciato il posto al sindaco dopo 12 giorni di commissariamento della città.
«Del resto – è scritto nel ricorso firmato dall’avvocato Antonino Galletti – le argomentazioni poste alla base della mozione erano prettamente politiche ed afferivano alla gestione politica ed amministrativa del Comune, donde è evidente che, qualora il sindaco avesse avuto contezza dell’avvenuta convocazione, avrebbe potuto partecipare, interloquire pubblicamente con il Consiglio, difendere e chiarire il proprio operato, oltre che provare a trovare eventuali accordi e/o soluzioni idonee a disinnescare le ragioni sottese alla mozione».
Vizi di procedura, comunque da valutare e approfondire in sede collegiale. Nel ricorso (datato lunedì 15 febbraio), però non è stato tenuto conto che i ricorrenti Simonetta Antenucci, Gildo Di Candilo e Alberto Ceri non solo non erano “consiglieri comunali” ma nemmeno più assessori; come Renato Campoli, Marco Mazzoli e Maro Squicquaro non più consiglieri comunali. Così come nel decreto non è chiaro perché sia stato indirizzato (oltre che al Comune, al commissario e alla prefettura) anche alla consigliera civica di opposizione Maria Innamorato (non costituita in giudizio) e non a tutti gli altri firmatari della sfiducia. «Non so cosa dire – commenta la Innamorato – abbiamo firmato in 12 e votato in 14, perché solo a me? Aspetto che si pronunci il mio avvocato». «Tutto questo sta solo creando un intralcio al buon lavoro che aveva intrapreso il Commissario – commenta Andrea Santilli del Pd – che ci avrebbe traghettato fino alla prossima data utile per le elezioni».