Il timore maggiore, secondo quando si apprende dalla delibera di giunta, è che la perla del Tirreno possa perdere la bandiera blu, fonte di inestimabile guadagno grazie al turismo dal 1997 al 2014 senza soluzione di continuità. Benché le correnti e la conformazione stessa della città, le cui spiagge più belle sono custodite all’interno di tre insenature, potrebbero non essere in alcun modo danneggiate dagli impianti, il Comune sente di non poter correre questo rischio per il bene di tutti coloro che a Sperlonga vivono di turismo. Tra alberghi, ristoranti, stabilimenti ed il business che ne deriva parliamo quindi del 90% della popolazione. Ma non solo, la coltivazione di cozze finirebbe per danneggiare, secondo la giunta, anche i comuni confinanti di Fondi e Gaeta.
La questione, come raramente accade in città, vede tutti d’accordo: tanto l’opposizione i cui consiglieri negli ultimi giorni sono stati autori di diversi esposti, quanto la maggioranza che ha espresso in maniera forte e determinata il suo voto sfavorevole. Del resto, anche se Sperlonga vanta servizi ineguagliabili sulla costa tirrenica, tra le su caratteristiche principali c’è proprio la pulizia e la trasparenza delle acque, grazie ad un potentissimo servizio di depurazione ma anche per via delle sue sorgenti naturali che garantiscono un costante e massiccio riciclo d’acqua. L’ultima parola, tuttavia, spetta proprio alla Regione Lazio che si è già espressa positivamente per quanto riguarda il parere paesaggistico.