Anziana morta in clinica, la famiglia denuncia: «E' stata abbandonata». Indaga la Procura di Latina

Anziana morta in clinica, la famiglia denuncia: «E' stata abbandonata». Indaga la Procura di Latina
di Marco Cusumano
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Domenica 10 Gennaio 2021, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 19:35

Sono andati a riprendere la loro parente che doveva lasciare la clinica dove era stata ricoverata il giorno precedente per problemi respiratori, ma all’arrivo sono stati informati che la signora era deceduta. I familiari di Paola Zecchin, 82enne di Latina, hanno denunciato alla Procura della Repubblica una vicenda dai contorni davvero inquietanti.

Tutto inizia la sera del 6 gennaio quando la signora accusa malessere e problemi respiratori. I familiari, dopo averle inutilmente somministrato dell’ossigeno, chiamano il 118 e la signora viene trasportata alla clinica Città di Aprilia, visto che l’ospedale Goretti è riservato ai pazienti Covid. In clinica le viene assegnato il codice azzurro (urgenza differibile) e poco dopo l’una di notte viene emessa la diagnosi di “dispnea in ipertesa”. La nipote della signora, Sarah Morelli, chiede inutilmente di assisterla durante la notte spiegando di aver effettuato un tampone Covid negativo. Le disposizioni però vietano l’ingresso dei parenti e la giovane insiste per essere comunque avvisata in caso di peggioramento. Dopo una notte in osservazione, il mattino seguente viene stilata la scheda di dimissioni della signora in quanto «in condizioni cliniche migliorate, non dispnoica, valori pressori nella norma e nessun problema cardiaco».

Secondo la ricostruzione della famiglia, assistita dall’avvocato Giulio Cesare Villoni, la signora, dopo la scheda di dimissioni, «è stata lasciata sola e abbandonata, senza alcuna assistenza all’interno del reparto». Alle 15 circa la paziente si dirige verso il bagno, da sola. Successivamente, ma non è chiaro dopo quanto tempo esattamente, alcuni altri pazienti sentono colpi di tosse e un tonfo provenire dal bagno, chiedono aiuto al personale e la signora viene trovata a terra, priva di sensi. Dopo 30 minuti di rianimazione cardiopolmonare viene constatato il decesso.

«Precisiamo - spiegano i familiari - di non essere stati avvisati di cosa stava accadendo dalle 13,39 fino alle 17 quando finalmente dall’ospedale ci hanno chiamato per dirci che c’erano state delle “complicazioni”.

Una volta giunti abbiamo scoperto che la nostra parente era deceduta già da un’ora e mezza».

La famiglia è intenzionata ad andare fino in fondo a questa vicenda, è stata già depositata una denuncia nei confronti del personale in servizio ed è stata chiesta l’autopsia per la quale sarà nominato anche un consulente tecnico di fiducia. Chiesto anche il sequestro delle cartelle cliniche e di ogni altro documento utile alle indagini.

TRE MORTI DA CHIARIRE IN POCHI GIORNI

Con la signora deceduta il 7 gennaio, sono tre lemorti “sospette” collegate alla clinica Città di Aprilia negli ultimi giorni. La Procura indaga anche sul decesso di Johnny Stradello, l’uomo morto alla vigilia dell’Epifania dopo essere stato dimesso dalla clinica Città di Aprilia. Stradello, 60 anni, per un lungo periodo in Venezuela prima di rientrare in Italia, si è sentitomale all’alba di martedì 5, la sorella e la nipote hanno deciso di accompagnarlo in ospedale ad Aprilia sapendo che a Latina l’accesso è per i soli casi Covid o per le patologie urgenti. Al pronto soccorso, proprio per le precauzioni legate al coronavirus, è entrato solo l’uomo che da quanto emerge è stato sottoposto a una flebo con altri antidolorifici. Intorno alle 10, visto che la situazione eramigliorata, è statomandato a casa. Johnny ha deciso di andare a letto per riposare, qualche ora dopo i familiari non vedendolo hanno deciso di andarlo a chiamarema si sono resi conto che non respirava più. Dopo il decesso la denuncia dei familiari. Il 29 dicembre il caso di una donna di 55 anni deceduta dopo essere stata ricoverata ad Aprilia in seguito a unmalore. La donna probabilmente era stata colpita da una forma di encefalite molto grave.

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