«E allora? Voglio i soldi per mangiare!» Questo ha dettoi Alberto Scagni a suo padre il primo maggio di quest'anno, giorno in cui il 42enne ha ucciso la sorella Alice Scagni. «Io sono un uomo a differenza di 7 miliardi di persone che respirano la stessa aria che respiro io» continua Scagni dietro la cornetta insultando il padre. Gli audio, da La Repubblica, allertano il padre che, preoccupato per l'incolumità della figlia e del genero, decide di chiamare il 112. «Stasera Gianluca e tua figlia sai dove sono?» chiede Alberto, urlando al padre più di una volta.
Nonostante la chiamata, però, la polizia non ritiene però vi sia un pericolo imminente.
Alice Scagni, uccisa dal fratello per soldi: su Facebook il post con il coltello
La tragedia si è trasformata in un duro confronto tra i genitori di Alberto e Alice e le autorità: i coniugi Scagni ritengono che lo Stato non abbia preso seriamente gli allarmi da loro lanciati. Antonella Zarri, madre della 34enne massacrata circa 3 mesi fa ha puntato il dito contro i poliziotti. «Quando ho chiesto disperatamente di tenere sotto controllo Alberto - ha detto -, loro mi hanno risposto: "Signora, non facciamola tragica". Poi mi hanno detto che non c'erano volanti da mandare sotto casa nostra e quella di Alice». I genitori dei due fratelli si sono affidati all'avvocato Fabio Anselmo, già legale di Ilaria Cucchi e dei genitori di Federico Aldrovandi. «La Procura – ha spiegato Anselmo in una recente intervista – ci impedisce di entrare nel procedimento sulle omissioni. Mi chiedo: è possibile che si premuri di dire ai giornalisti che esiste un'indagine su quanto non è stato fatto prima dell'omicidio, ma che poi di fatto usi ogni mezzo per tenere fuori dagli accertamenti i genitori della vittima?».