Serie A, non solo il problema stipendi, il banco rischia di saltare

Serie A, non solo il problema stipendi, il banco rischia di saltare
di Salvatore Riggio
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Lunedì 6 Aprile 2020, 07:30
 Il banco rischia di saltare. Non è imminente, ma la paura è concreta. Tanto da convocare d’urgenza per oggi un’assemblea in videoconferenza, a tre giorni dall’ultima. Si discuterà delle linee guida della serie A per affrontare la crisi generata dall’emergenza Coronavirus. Tra questi, naturalmente, c’è anche la questione stipendi. Il tema centrale che oggi sarà affrontato dai club è quello di fare capire ai propri giocatori che un taglio agli ingaggi sarà necessario (in serie C la Reggina, per ora, ha detto che onorerà gli impegni con squadra e staff). Si parte dall’accordo che la Juventus ha trovato con i propri giocatori (rinunciano a un mese e mezzo; gli altri due mesi e mezzo saranno spalmati sulla prossima stagione) e se ce ne sarà bisogno si arriverà alle trattative private con ogni singolo elemento (in Premier i giocatori hanno rinunciato di tagliarsi il 30% degli ingaggi). O così o così. Non ci sono alternative. Perché i mancati introiti della vendita dei biglietti e delle sponsorizzazioni preoccupano tutti e qualche piccola società teme di dover chiudere senza un accordo con i propri tesserati. Anche perché i tempi di ripresa e chiusura dell’attuale campionato - altro tema caldo assieme a quello degli stipendi appunto - rischiano di dilatarsi sempre di più. A tal proposito sulla questione è intervenuto Gabriele Gravina, presidente della Figc. La speranza più grande è quella di tornare a giocare a maggio: «Stiamo lavorando su tutta una serie di idee per gestire al meglio questa situazione. Una data per ripartire è quella del 17 maggio ma sappiamo, e lo sottolineo ancora una volta, che è una ipotesi. Serie A fino a settembre-ottobre? È un’altra ipotesi», ha detto a La Domenica Sportiva. Questa è una provocazione giustificata dalle minacce di ricorsi che i club stanno paventando se la stagione finisse in anticipo. Una sorta di avviso ai naviganti, a quei pochi che non sono d’accordo sulla ripresa. In sostanza, non sarebbe la Figc a decretare la fine della stagione. Inoltre, c’è chi teme anche che si possa compromettere l’inizio del prossimo torneo, che è poi quella che porterà agli Europei, rinviati all’estate 2021. 
PRESSING UEFA 
Su questo continua il pressing dell’Uefa su tutte le federazioni calcistiche. Da Nyon non aspettano altro che la ripresa dei campionati (hanno minacciato il Belgio, che ha deciso di assegnare il titolo al Bruges, di non fare partecipare i loro club alle competizioni continentali), per poi concludere Champions ed Europa League, forse con un format straordinario vista l’emergenza per una pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Resta comunque alta la paura che i tornei possano essere sospesi: «Ci dobbiamo rimettere alle decisioni del governo», ha aggiunto Gravina. Ma è facile intuire che, nel caso le autorità decidano la sospensione o l’annullamento delle competizioni sportive, le società si ritroverebbero in balia dei vari accordi contrattuali e non avrebbero nessuna possibilità di difesa.
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