Roma, scandalo ambulanze: sirene solo per saltare le code

Roma, scandalo ambulanze: sirene solo per saltare le code
di Giuseppe Scarpa
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Sabato 12 Ottobre 2019, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 07:21
Sfrecciano sulle vie di Roma a sirene spiegate. Saltano le file. Evitano il traffico. Poi però non si dirigono a casa dei malati. Non trasportano nessun paziente verso gli ospedali della Capitale. A tutta velocità il conducente si ferma di fronte a un bar, parcheggia e prende un caffè. Sono i carabinieri del Nas di Roma a disvelare, da un mese a questa parte, le cattive abitudini di una minoranza di autisti, con equipaggio al seguito, che spesso utilizzano con grande disinvoltura i dispositivi acustici e luminosi. Diciannove i mezzi fermati per i controlli, sedici quelli multati.

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Un brutto vizio sanzionato dai militari, che non riguarda solo l’impiego delle sirene come strumento per evitare il traffico per esigenze personali. Il Nas romano, coordinato dal comandante Maurizio Santori, ha scoperto anche dell’altro. In pratica gli autisti sfrecciano sulle corsie preferenziali nel cuore di Roma e nel raccordo. Anche in questo caso l’utilizzo di questi tratti stradali non è giustificato da una reale necessità. Ma solo dall’esigenza di muoversi con maggiore rapidità sebbene in assenza di una emergenza. Un abuso non da poco se si considera che quelle corsie sono concepite per chi ha un’effettiva esigenza, come le forze dell’ordine. Oppure altre ambulanze che, con un paziente a bordo, potrebbero essere intralciate da altri colleghi furbastri.

Tra la platea dei mezzi multati non vi è nessuna ambulanza dell’Ares 118 (agenzia regionale per l’emergenza sanitaria). Delle sedici sanzionate, la maggior parte appartiene a privati che, autorizzati dalla Regione, possono trasportare dei pazienti non in gravi condizioni dall’ospedale al domicilio o viceversa. Un mezzo, invece, è di un’azienda che lavora per conto dell’Ares. Le multe, a seconda dei vari profili di responsabilità, hanno comportato il ritiro della patente per il conducente e la confisca dell’ambulanza.

AMBULANZE ABUSIVE
L’operazione dell’Arma è comunque collegata a dei controlli serrati. Verifiche che nei mesi scorsi hanno portato alla scoperta di un fenomeno tutto romano: le ambulanze abusive. Vecchi Fiat Ducato con centinaia di chilometri nel tachimetro. Veicoli ormai in disuso, acciaccati senza i fascioni laterali, con gli adesivi staccati, reimpiegati illegalmente per trasporti di pazienti verso gli ospedali. Spostamenti, ovviamente, profumatamente pagati in nero. Dai controlli fuori dai nosocomi della Capitale, effettuati dai carabinieri del Nas e del nucleo radiomobile di Roma tra febbraio e maggio, emerge questa realtà. Si tratta di mezzi privi di qualsiasi licenza che, per certi aspetti, ricordano il fenomeno dei taxi illegali.

Qualcuno, all’interno degli ospedali, telefona al privato che dispone del veicolo. Il mezzo - per i pazienti non particolarmente gravi - arriva ed effettua il trasporto verso casa o una clinica privata. A bordo non c’è personale qualificato, ma due persone senza competenze sanitarie. Uno guida e l’altro siede dietro con “l’ospite”. Un mercato nero che genera profitti. Basti pensare che per spostamenti anche di pochi chilometri, due, tre al massimo, vengono richiesti fino a 250 euro. I reati per i quali sono state presentate diverse denunce, nei confronti della persone fermate a bordo di queste ambulanze, sono l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità ed esercizio abusivo della professione.

LE DENUNCE 
Ad oggi i veicoli sequestrati sono tre. Ma il numero è destinato a salire. Un caso si è verificato fuori dal San Camillo. Qualcuno, all’interno del nosocomio avrebbe telefonato al titolare dell’ambulanza illegale. Il mezzo è arrivato e avrebbe dovuto trasportare il paziente verso una clinica privata. Uno spostamento che sarebbe venuto a costare un centinaio di euro. I carabinieri sono intervenuti, hanno bloccato il mezzo e denunciato gli abusivi. Il paziente è stato riaccompagnato in reparto. In un altro caso, sempre a marzo, il veicolo è stato fermato con un anziano a bordo.

L’uomo li aveva chiamati - grazie a un biglietto da visita che gli era stato consegnato - per essere trasportato al policlinico Gemelli. Anche in questo caso nell’ambulanza non vi era nessuno strumento sanitario. Nessun medico o infermiere. Due persone in servizio, due ragazzi sprovvisti di qualsiasi qualifica. Uno al volante, l’altro dietro a tenere la barella. Una situazione talmente grave che ha spinto i militari a far intervenire, immediatamente, una vera ambulanza, viste le condizioni in cui versava l’anziano. Paziente a cui erano stati richiesti 250 euro per il trasporto d’urgenza. La coppia di furfanti, anche in questo caso, è stata denunciata.
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