Anna Guaita
Quest'America
di Anna Guaita

Sparatorie nelle scuole: è giusto armare i professori?

di Anna Guaita
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Martedì 20 Febbraio 2018, 22:18 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 05:52
NEW YORK - Mentre in Florida si seppelliscono i giovani e gli insegnanti uccisi nell’attacco contro il liceo di Parkland, le scuole propongono ai professori di armarsi.

Dall’Oklahoma all’Ohio, dal Colorado al Texas, questa è una delle soluzioni proposte ogni volta che si verifica una sparatoria in una scuola.

I difensori del Secondo Emendamento, che garantisce il diritto di possedere e portare armi, sostengono che questa sarebbe la difesa migliore.

Non tutti sono d’accordo. Molti studenti temono che i professori possano loro stessi non essere perfettamente stabili e magari ricorrere alle armi contro scolaresche indisciplinate.

Tanti genitori si chiedono quanto possa fare davvero un professore armato di un revolver o anche di una moderna pistola semi-automatica se si trova davanti un individuo che imbraccia un fucile d’assalto di tipo militare come gli AK-47, o gli Ar-15. A Parkland, come a Sandy Hook nel 2012, a salvare tanti bambini e ragazzi sono stati proprio gli insegnanti, ma perché li hanno fatti scappare velocemente, o li hanno nascosti dietro porte chiuse sbarrate.

Conosco insegnanti profondamente turbati all’idea di armarsi: «Ho scelto questa carriera perché volevo insegnare, non perché volevo fare la poliziotta» mi confida una insegnante di musica in un liceo del New Jersey.

Un amico che da giovane è stato appassionato cacciatore, quando viveva nel Montana, e che ha una certa familiarità con le armi, si dice sgomento: «Proprio perché conosco le armi, mi sembra una vera cretineria armare i professori. Io proporrei di mettere qualche poliziotto di più in giro per i corridoi».

E una insegnante un pensione protesta: «Se si vuole che gli insegnanti diventino dei Rambo, allora il loro stipendio dovrebbe essere raddoppiato, per non parlare dell’assicurazione medica»

Io sono figlia di insegnanti. Sono moglie di un insegnante, e ho fatto io stessa l’insegnante da giovane. Personalmente sono convinta che sia moralmente e praticamente sbagliato aspettarsi che un individuo che ha scelto di dedicare la vita all’insegnamento, debba essere considerato anche un soldato in trincea.  

Ma vedo che in alcune scuole, maestri e professori hanno accettato di seguire dei corsi impartiti dalla polizia e di tenere una pistola alla cintura. Sarebbe una scelta dettata dal ricordo degli insegnanti che sia a Sandy Hook che a Parkland hanno salvato dei ragazzi facendo loro scudo con il loro corpo, pagando con la propria vita: «Se fossero stati armati, si sarebbero difesi» dice lo sceriffo Grady Judd, che sta lanciando un programma per addestrare e armare gli insegnanti.  

Mi chiedo: quando la polizia entra nella scuola dove c’è stata una sparatoria e vede un uomo o una donna con in mano una pistola, capirà che è un insegnante, o nella confusione e nel caos del momento non lo scambierà per lo sparatore, e lo fredderà senza pensarci due volte?
                                                                                                                                                                             

 

 
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