Incidente che invece è successo pochi giorni fa a Will Reeves, giornalista della Abc. Anche lui chiuso a casa, per il lockdown, stava presentando una storia sull’uso dei droni per portare i farmaci in località rurali, e non si è accorto che sullo screen rivelava un po’ troppo e si notava che sotto la giacca mostrava un pezzo di coscia nuda, e un paio di short neri. La sua immagine è diventata trend su twitter, anche perché Will è un bel ragazzo, e assomiglia molto al padre, l’attore Christpher Reeves, interprete di Superman, scomparso nel 2004.
Il suo incidente ha comunque confermato che il trend Covid è diffusissimo: apparire impeccabili dalla vita in su, e stare “comodi“ dalla vita in giù. Il trend si riflette anche sulle vendite online, come ha notato il Wall Street Journal. Le grandi catene che hanno una forte presenza nel settore dell’e-commerce testimoniano che le vendite di camicie più formali, da ufficio, è quasi il doppio rispetto a quelle dei pantaloni. E comunque, se pantaloni si vendono, sono molto spesso del tipo “loungewear”, niente di attillato e scomodo.
Non è un mistero che il coronavirus stia cambiando molti aspetti della nostra società. Anche la moda. Lucia Pompetti, designer presso Desigual a Barcellona, in Spagna, ci conferma che tutte le case stanno lavorando a «quel che si vede nelle videochiamate». Camicie e camicette, dunque, ma anche bigiotteria, foulard, occhiali.
Su Youtube si moltiplicano anche i tutorial su «come avere un look professionale su Zoom». Altri sono dedicati alla luce, per apparire al meglio possibile. Particolare curioso: fra i prodotti che si vendono più del solito non ci sono solo i capi di abbigliamento con il look da manager, ma anche il caffè di qualità. Per copiare il più possibile la routine pre-covid, i millennials non si limitano all’outfit, ma anche a quel che bevono, e siccome Starbuck per ora è chiuso, il caffè lo ordinano online e se lo fanno a casa.
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