Si intitola Alfred Hitchcock nei film della Universal Picture e fino all’8 marzo 2020 permetterà di scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sui primi effetti speciali ma anche sulla vita privata di uno dei registi più famosi. «La contemporaneità di Hitchcock credo stia nel fatto di esser stato un inventore di forme, uno dei più grandi del Novecento - spiega il curatore, Gianni Canova -: ha saputo tradurre in luci, colori, movimenti di macchina, inquadrature, i sentimenti umani, dal sospetto all’invidia, alla gelosia. I suoi film, per quanto volte li si riveda,sono ogni volta una sorpresa. Le tecniche della suspence che inchiodano a una poltrona lo spettatore le ha inventate lui. E poi lui non impressiona in modo violento, nella scena sotto la doccia in Psycho, il coltello non tocca il corpo della vittima».
Apre la mostra la sezione dedicata a Hitchcock a Genova. «Qui ha fatto il primo ciack, a 26 anni - spiega Renato Venturelli -, fu un’esperienza avventurosa che ricordò tutta la vita perchè alla frontiera gli sequestrarono la pellicola e a Genova gli rubarono il portafoglio. Tra l’altro nel film si vede una delle ultime immagini di ponte Federico Guglielmo, la vecchia stazione Marittima». Chiude l’esposizione un montaggio con le celebri apparizioni di Hitchcock sulle scene dei suoi film. La mostra offre anche una chiave di lettura molto particolare: in alcune date è prevista una «visita con delitto», con la partecipazione di alcuni attori. «Il direttore di Palazzo Ducale, per alcuni sabati, sarà ucciso - spiega la direttrice, Serena Bertolucci - e gli spettatori potranno collaborare alla risoluzione del delitto. Anche perché questa non è una mostra fotografica, ma un capitolo di storia del cinema e, come, tale deve essere sperimentato».
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