Queste nuove vittime hanno colpito anche Vladimir Putin che con il Petro Poroshenko ha parlato della possibilità di un cessate il fuoco dopo la morte di due giornalisti russi in Ucraina. È quanto ha annunciato questa sera il Cremlino parlando della «preoccupazione del presidente».
E mentre a est si continua a combattere, a gettare altra benzina sulle già infuocate relazioni bilaterali tra Mosca e Kiev è arrivata la misteriosa esplosione di un gasdotto che porta il metano russo dalla Siberia all'Unione europea. La deflagrazione è avvenuta nella regione di Poltava, nell'Ucraina centrale, quindi in una zona che non è teatro di combattimenti, e non è ancora chiaro cosa l'abbia provocata.
Forse una depressurizzazione. Ma il governo di Kiev non esclude che si tratti di «un atto terroristico», anzi, il ministro dell'Interno Arsen Avakov sostiene che la pista terroristica sia quella «chiave» e punta il dito contro il Cremlino scrivendo in un comunicato che «il sabotaggio» del gasdotto «è un ennesimo tentativo della Russia di screditare l'Ucraina come partner nel settore del gas». L'esplosione ha fatto scoppiare un gigantesco incendio con fiamme alte fino a 200 metri, ma non ha causato vittime nè conseguenze sul flusso di gas verso l'Europa.
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