Donato Stanco, è il carabiniere che domenica scorsa ha salvato un sessantenne che aveva annunciato via messaggio ai propri familiari l'intenzione di suicidarsi. Il vice brigadiere, comandante interinale della stazione di Vico, tuttavia, non si definisce un eroe. «Per noi militari- racconta- l'istinto di aiutare il prossimo è scolpito nel dna e, soprattutto, è un dovere che ci viene insegnato fin da inizio carriera. Nel mio caso, tra l'altro, c'è anche un lato caratteriale che da sempre mi spinge a tenere gli occhi aperti su tutto ciò che mi circonda e l'istinto, spesso, mi ha aiutato a prevenire problemi alle persone».
L'ultimo episodio, appunto, è quello che ha portato nella mattinata di domenica a salvare un uomo in difficoltà per problemi personali che aveva fatto perdere le proprie tracce con l'intenzione, dichiarata, di mettere fine a tutto, convinto che in questo modo avrebbe aiutato i suoi cari. Ed è proprio su questo punto che, invece, hanno puntato il vice brigadiere Stanco e i suoi uomini. «Quando la centrale operativa ci ha segnalato che il Gps dell'uomo lo dava nella zona di Collepardo- racconta- ci siamo subito attivati prima nel borgo, poi nella zona di Civita. È lì che abbiamo notato la macchina che stava parcheggiando a poca distanza dalla Certosa di Trisulti. Con la scusa di un normale controllo lo abbiamo avvicinato e c'è voluto poco affinché confessasse le sue intenzioni. Abbiamo parlato a lungo con lui- continua - cercando di fargli capire quanto preziosa sia la vita, anche quando le cose vanno male ma, soprattutto, quanto dolore avrebbe provocato ai suoi cari. È così che si è calmato, ci ha ringraziati ed ha accettato il nostro aiuto». Nel frattempo che i militari parlavano con il sessantenne, infatti, è stato allertato il 118 che, in pochi minuti, è giunto sul posto constatando le buone condizioni fisiche dell'uomo ma anche lo stato di fragilità psicologica, proponendogli un aiuto professionale, che ha accettato di buon grado.