Chiedono i danni alla Regione Lazio e all'azienda sanitaria locale perché non è mai avvenuta la "ricognizione" delle unità di cure primarie a sede unica. Per questo alcuni medici di base hanno intentato causa e l'azienda ha incaricato un legale di difenderla in sede civile. I medici chiedono «di accertare e dichiarare l'inadempimento della Regione Lazio per la mancata ricognizione delle costituite Ucp a sede unica» e di «accertare e dichiarare la responsabilità per i danni patrimoniali e non della Regione Lazio e, per quanto di competenza, dell'Azienda sanitaria locale di Frosinone». Si tratta di decine di migliaia di euro di "arretrati".
L'ANTEFATTO
Con un decreto del commissario ad acta per la sanità del Lazio del 22 dicembre del 2017 veniva preso atto dell'accordo sottoscritto tra la Regione e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale denominato: "La nuova sanità nel Lazio: Obiettivi di salute e medicina d'iniziativa".Premesse teoriche più che condivisibili: «La medicina generale del Lazio si rende disponibile insieme all'Istituzione a consentire lo sviluppo di una riorganizzazione strutturale della rete dei servizi usando come strumenti l'informatizzazione, la modernizzazione, la semplificazione, la telemedicina, la programmazione, l'appropriatezza, piuttosto che l'adozione di provvedimenti di taglio di spesa lineare, garantendo quindi ai cittadini un servizio sanitario migliore, in linea con gli obblighi di bilancio e valorizzando la professionalità degli operatori». Ancora: «Il coinvolgimento attivo della medicina generale nell'innovazione del sistema rappresenta un elemento fondamentale per il successo di questa strategia e per garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza. Le azioni previste per la realizzazione degli "Obiettivi di salute" sono la rete delle Unità di cure primarie, la presa in carico per la gestione della cronicità e delle fragilità, la prevenzione e la promozione della salute, i corretti stili di vita, le vaccinazioni, i programmi di screening (...)».
Neanche si immaginava il Covid, ovviamente, ma nella sostanza cosa sono le "Ucp"? I medici di famiglia che condividono lo stesso studio e garantiscono la presenza dalle 10 alle 19. Indipendentemente da chi sia il proprio medico di base, in quella fascia oraria si possono avere visite o prescrizioni, ma anche essere seguiti se qualcosa non va nella propria patologia cronica senza la necessità di andare in ospedale. Se prima ciascun medico garantiva questo servizio nel proprio studio a seconda dei propri orari, l'idea era quella di mettere insieme i diversi medici in un unico posto per far sì che il cittadino non dovesse girovagare da una parte all'altra.