Tentò di speronare con l'auto un imprendiore dopo le denunce sugli appalti: ex funzionario Asl condannato

Tentò di speronare con l'auto un imprendiore dopo le denunce sugli appalti: ex funzionario Asl condannato
di Marina Mingarelli
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Domenica 9 Ottobre 2022, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre, 07:31

Tentò di speronarlo con l'auto dopo le sue denunce su presunte irregolarità negli appalti, ex funzionario dell'Asl di Frosinone condannato per violenza privata. Si tratta di Nicola Dell'Olio di 58 anni che all'epoca dei fatti dirigeva l'ufficio che si occupava delle protesi. All'uomo sono stati inflitti a due mesi di reclusione oltre al risarcimento danni da quantificare in separata sede e le spese processuali e legali. Secondo le accuse l'imputato avrebbe tentato di buttare fuori strada un imprenditore di 60 anni che vendeva articoli ortopedici. Quest'ultimo aveva presentato un esposto al direttore generale dell'Asl perché aveva ravvisato una serie di irregolarità nelle procedure per l'acquisto di una serie di prodotti per i disabili, dai pannoloni alla carrozzelle. A seguito di tali fatti Dell'olio era stato spostato a Roma. Dopo il trasferimento il funzionario dell'Asl aveva querelato l'imprenditore per diffamazione, ma a conclusione del processo l'imprenditore, difeso dall'avvocato Vanessa D'Arpino, è stato assolto.

È rimasta invece in piedi l'accusa per violenza privata nei confronti di Dell'Olio.

Il procedimento penale si è concluso con la sua condanna. I fatti che lo hanno portato alla sbarra risalgono al 2016. L'imprenditore di Ferentino, mentre stava viaggiando sulla sua vettura, un'auto alla cui guida si trovava l'ex dirigente dell'Asl, l'aveva affiancato costringendolo ad una brusca sterzata per non entrare in collisione. Subito dopo, però, era emerso che Dell'Olio aveva un alibi di ferro in quanto nell'ora in cui quella vettura aveva cercato di buttare fuori strada l'imprenditore, si trovava nel centro benessere delle Terme di Pompeo.

Il pm alla luce di quei fatti aveva richiesto l'archiviazione. Ma l'avvocato Vanessa D' Arpino, difensore della vittima, non si è data per vinta e, dopo essersi opposta all'archiviazione, aveva ingaggiato un investigatore privato il quale ha scoperto che l'intestatario di quella vettura era il titolare di una officina, mentre l'assicurazione era intestata all'indagato. E proprio a conclusione di quelle indagini è emerso che il dipendente Asl, spesso usufruiva dell'auto del titolare dell'autofficina sulla quale pagava l'assicurazione. Un colpo di scena che ha portato il giudice Antonello Bracaglia Morante a ravvisare il reato di violenza privata in quanto la condotta dell'indagato sarebbe stata volutamente pericolosa. Da qui la condanna. L'avvocato D'Arpino ha già preannunciato che alla luce di quanto accaduto chiederà 50 mila euro di risarcimento danni.
 

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