Maurizio Stirpe: «Noi siamo in A, le istituzioni no. Troppo campanilismo e non si fa squadra»

Dalla "strada dei tifosi" alle imprese in fuga, parla l'industriale presidente del Frosinone calcio

Maurizio Stirpe al recente Festival dello sport raccontato
di Gianpaolo Russo
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Giovedì 3 Agosto 2023, 12:24

Il Frosinone calcio per la terza volta è in serie A. Ultimi giorni di calciomercato per arrivare pronti per questa entusiasmante sfida.
Presidente Maurizio Stirpe, chi non sembra ancora essere pronta per questi palcoscenici è la città. Mancano due settimane all'avvio del campionato e alcune delle infrastrutture richieste da anni a supporto dello stadio non sono ancora pronte. Ad iniziare dalla famosa strada per i tifosi ospiti. 
«Il tema della strada è oramai una questione annosa dove purtroppo è venuta fuori la parte peggiore della nostra burocrazia. È divenuta oggetto di scontro politico (il riferimento è al braccio di ferro intercorso tra comune e regione, ndr) che invece si poteva e doveva evitare. Causa questa mancata infrastruttura una parte importante dei progetti legati allo stadio non si è potuta fare. Mi riferisco alla realizzazione di nuovi parcheggi a servizio dello stadio, al Frosinone village al cui interno avremmo realizzato spogliatoi, docce, palestre, centro di fisioterapia, giochi multimediali. Abbiamo più volte sollecitato istituzioni ed autorità per la risoluzione di questi problemi, dando anche la disponibilità a realizzarla noi. Ma sinora l'obiettivo non è stato raggiunto non certo per colpa nostra. Al di là della serie A quest'opera serve indipendentemente dalla categoria».  


Se lo stadio è un gioiello architettonico che ci invidia mezza Italia, basta fare qualche metro fuori per scorgere il degrado. Dai muri sgretolati a Viale Michelangelo al tratto della Monti Lepini senza marciapiedi e illuminazione. Perché le istituzioni non crescono di pari passo alla società?
«Mentre la società sportiva è stata, in qualche modo, costretta a crescere in fretta per aumentare il suo livello, stimolata dai risultati sportivi ottenuti, le istituzioni, invece, non sono state obbligate  ad adeguarsi a questo percorso.  Da ciò derivano questi problemi , che devono essere risolti al più presto,  per non far sembrare lo stadio la classica cattedrale nel deserto. Auspico di  lavorare  in fretta in con il comune per risolvere anche queste criticità».
Intanto la società continua ad investire nelle infrastrutture. Dopo Ferentino e Fiuggi si torna a parlare di Frosinone con i campi dell'ex Mtc. Quali i prossimi passi?  
«Se ci sono le condizioni siamo pronti ad investire per la riqualificazione di Corso Lazio che potrà essere la sede dell'Accademia del Frosinone calcio per lo sviluppo del settore giovanile e sui campi dietro l'ex Mtc. Noi siamo pronti. Attendiamo l'amministrazione comunale per capire come e quando partire».
Il sindaco Riccardo Mastrangeli, l'indomani della promozione in A disse che avrebbe fatto di tutto per cercare sinergie con altri comuni vicini per migliorare la ricettività e cercare di sfruttare la visibilità della squadra di calcio per un rilancio, anche turistico, del territorio. A quanto pare siamo ancora alle buone intenzioni.  
«A penalizzare iniziative di questo tipo è la visione campanilistica del territorio. Guardate il progetto di città intercomunale che non si riesce a realizzare. Si fa un'enorme fatica a creare sinergie e condividere progetti unitari. Il progetto Tav, ad esempio, perché non si riesce a svilupparlo?».  
Il vice presidente di Unindustria, Gerardo Iamunno, qualche giorno fa ha affermato che in provincia di Frosinone non si viene messi nelle condizioni di lavorare con una burocrazia soffocante ed è andato altrove. Che ne pensa?
«Con la Cassa del Mezzogiorno si era puntato troppo sulla quantità di siti e poco sulla qualità ed oggi paghiamo i danni ambientali realizzati in quell'epoca. Oggi per puntare troppo alla qualità si sta perdendo la quantità. Le istituzioni dovrebbero ascoltare di più il mondo dell'impresa per capire quali esigenze vengono richieste al fine di creare nuovo sviluppo e preservare quello che c'è. Il rischio di una desertificazione industriale è ormai dietro l'angolo se non si corre al più presto ai ripari».
Se dovesse lanciare un messaggio alle istituzioni?
  «In un periodo difficile come questo dobbiamo tutti assumerci le nostre responsabilità sui progetti che riguardano il territorio. Sull'alta velocità si deve investire di più, può rappresentare il vero volano per uno sviluppo importante. Così come occorre unire le due province di Frosinone e Latina per un Lazio Meridionale più forte attraverso collegamenti, fisici e non solo, migliori. E poi bisogna mantenere i giovani sul nostro territorio frenando l'emigrazione verso altri luoghi. Per questo occorre offrire loro opportunità a cui non possono rifiutare. Qui bisogna metterci la faccia tutti ad iniziare dal mondo imprenditoriale».  
Gianpaolo Russo
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