Nei confronti dell'amministratore delegato Rinaldo Scaccia, all'indomani degli arresti, la Banca Popolare aveva già adottato un provvedimento di sospensione, così come per il funzionario Lino Lunghi, anche lui finito ai domiciliari. Ma nella giornata di ieri Scaccia ha fatto pervenire al consiglio di amministrazione della Bpf le sue dimissioni. Lo rende noto in una nota stampa il presidente del Cda, Domenico Polselli. Scaccia era alla guida della Bpf dal 1997 in qualità di direttore generale e dal 2008 come amministratore delegato.
Polselli, nella nota, ribadisce l'estraneità della Bpf all'inchiesta: «Si precisa che la banca - si legge - non è oggetto di indagine e non ha pertanto ricevuto alcuna contestazione dagli organi inquirenti, di contro ha nominato quale parte offesa l'avvocato Vincenzo Galassi per tutelare l'immagine e la reputazione della stessa, nonché per esercitare i relativi diritti».
LE PROCEDURE
Nel merito, il presidente del Cda della Banca Popolare del Frusinate evidenzia che «le operazioni di finanziamento oggetto d'indagine sono state poste in essere nel rispetto del regolamento crediti, del rapporto rata/reddito, del rapporto valore dell'immobile/importo erogato e in genere degli indici e degli indicatori della Vigilanza.
Il presidente della Bpf infine rimarca la lunga storia dell'istituto di credito e il suo forte radicamento: «La Banca Popolare del Frusinate - scrive Polselli - è una realtà presente sul territorio ciociaro e laziale da oltre 30 anni, gode della fiducia di 1.500 soci oltre che di 30.000 clienti, che hanno investito e creduto in questa iniziativa imprenditoriale. Essa può contare sulla dedizione e sulla fedeltà di 86 dipendenti, totalmente estranei all'indagine in questione, che quotidianamente si prodigano per rendere sempre migliori i servizi offerti alla clientela, e che certamente non meritano di essere accostati a condotte illecite».