La vicenda terminata in queste ore dinanzi al Tar di Latina risale al mese di novembre scorso, quando il consiglio comunale di Roccasecca ha dato il via libera a un atto di esproprio dell'area indicata dalla Mad per l'ampliamento della discarica con il «quinto bacino». Nel consiglio comunale di metà novembre era stato approvato prima lo schema del progetto di raccolta degli ingombranti; poi, di conseguenza, l'atto di esproprio per «pubblica utilità».
Nell'atto di esproprio, in particolare, il consiglio comunale ha dichiarato l'imminente «esigenza di agire nell'interesse della collettività » indicando la zona idonea alla nascita dell'isola ecologica dove raccogliere i rifiuti ingombranti. La società, rappresentata dall'avvocato Marco Pizzutelli, ha così impugnato dinanzi al Tar gli atti. La «Mad» in uno dei motivi del ricorso, ha puntato l'indice contro le deliberazioni del consiglio comunale lamentando l'eccesso di potere per sviamento.
Ma non solo. «Le azioni del Comune di Roccasecca - è stato sostenuto nel ricorso- risponderebbero a una logica oppositiva preconcetta nei confronti dell'attività di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi esercitata da Mad».
Per la Mad, dunque, il progetto di eco-isola è solo un pretesto per bloccare la discarica. Ma il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco si è detto comunque soddisfatto della sentenza. «Con ogni probabilità - ha dichiarato il sindaco- non appelleremo la decisione del Tar perché ha annullato il progetto dell'isola ecologica, ma ha fatto salva la presenza di una strada nella zona è ciò rappresenta un serio problema per la realizzazione del quinto bacino». Su questo aspetto il Tar ha dichiarato il difetto di giurisdizione, vale a dire che la questione dovrà essere affrontata, eventualmente, da un Tribunale ordinario. Per ora, tuttavia, nella zona non nascerà l'isola ecologica e il Comune è stato anche condannato a pagare 3 mila e 500 euro per spese legali.
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