Cassino, Giulio D'Aliesio morto in moto a 18 anni, l'ipotesi di una gara clandestina. I familiari: «Vogliamo la verità»

L'esame autoptico sul giovane ci sarà lunedì

Giulio D'Aliesio, 18anni vittima dell'incidente
di Elena Pittiglio
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Sabato 16 Settembre 2023, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 10:59

Mamma Aurora è sempre lì, dinanzi l'obitorio dell'ospedale Santa Scolastica' di Cassino. Attende da martedì di poter dare l'ultimo saluto al suo Giulio. Tutte le mattine, fino alle 15 del pomeriggio, staziona fuori ai locali dell'obitorio, circondata dal grande affetto di parenti, amici, colleghi e amici di Giulio che non la lasciano un istante. Purtroppo l'attesa continuerà ancora per giorni. Almeno fino a lunedì quando verrà effettuata l'autopsia sul corpo di Giulio D'Aliesio, che tra poco tempo avrebbe compiuto 19 anni.

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L'esame autoptico sul giovane, deceduto lunedì sera lungo il secondo tornante della strada che conduce alla celebre abbazia benedettina di Montecassino è stato disposto per chiarire le cause del decesso, o meglio, se ci siano stati ritardi nei soccorsi. Il padre Patrizio ha chiesto la perizia di parte per accertare se ci siano delle responsabilità penali. È stato proprio il padre, qualche ora dopo l'incidente, costato la vita al figlio, a consegnare due video agli inquirenti. I video della durata complessiva tra i 4 e 5 minuti sarebbero stati girati, durante la salita al "Sacro Monte di Giulio, in sella alla sua moto. Da dove sarebbero saltati fuori i video? «Girano tra i ragazzi che fanno queste sciocchezze» ha spiegato il padre di Giulio, ai microfoni di una trasmissione televisiva di Rai Uno.

L'IPOTESI

Lasciando intendere che lungo i tornanti fosse in atto una gara. In quel video sarebbero stati catturati gli attimi della caduta di Giulio lungo i tornanti e lo schianto fatale con il guard rail. Resta però da chiarire se la caduta sia stata accidentale o provocata da terzi. A prestare i soccorsi a Giulio, subito dopo l'impatto contro il guard rail, sono stati gli amici che viaggiavano a bordo della macchina. Sono stati loro ad allertare l'ambulanza. E sempre loro ad avvertire di quanto accaduto mamma Aurora, che si è immediatamente precipitata sul luogo dell'incidente. Una volta arrivata lì, il figlio veniva soccorso dai sanitari del 118. La stessa madre è salita, insieme a Giulio, sull'ambulanza. Giunti in ospedale, i medici lo hanno sottoposto alle prime cure. Ma Giulio si lamentava: aveva dolori atroci. Così mentre i medici stavano predisponendo il trasferimento in un nosocomio della Capitale, Giulio ha dato l'ultimo respiro, gettando nella disperazione un'intera comunità: la famiglia, gli amici del liceo, la banda don Bosco città di Cassino che lo annoverava tra i musicisti. Giulio amava le moto e la musica. Due passioni che coltivava sin da piccolo. Con la banda, il suo Maestro di basso Emiliano Corlito e con il Maestro Marcello Bruni, direttore artistico del complesso bandistico aveva vissuto un fine settimana intenso. Domenica, come tutti gli altri musicisti, Giulio aveva condiviso un doppio servizio. La domenica mattina in piazza De Gasperi. Qui ha preso parte alla cerimonia dell'80esimo anniversario del primo bombardamento della città. Nel pomeriggio a San Vittore per animare con la banda la processione della Madonna delle Grazie. Durante questo appuntamento è emerso ieri un episodio da far accapponare la pelle. Un compagno di banda, dopo lo shock per la morte dell'amico, ha riferito che mentre il gruppo accompagnava la statua della Madonna in processione, Giulio ha lasciato in consegna il suo strumento ad un altro componente per inserirsi tra i portatori del simulacro. Per un tragitto ha voluto portare sulle spalle la Madonna in processione. Giulio era così. Un bravissimo ragazzo. Un ragazzo rispettoso, educato con la testa sulle spalle.
 

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