Tagli dei ministeri, dai migranti al trojan: tutti i numeri. Caccia ai fondi anche da giustizia e scuola

Venerdì 26 Aprile 2024, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 14:08

Gli imprevisti

Qualcuno chiede deroghe, prende tempo. In pochi ammettono ritardi e complicazioni. E chi lo fa, lancia la palla in tribuna. Matteo Salvini mette le mani avanti su un’autostrada che il governo italiano dovrebbe costruire in Libia. L’aveva promessa nel lontano 2008 Berlusconi a Gheddafi, il colonnello della «grande Giamahiria araba libica popolare socialista», quest’anno bisognerebbe snellire i finanziamenti di 50 milioni di euro per il 2024, ma c’è la guerra civile e chissà se si può fare. Carlo Nordio ammette che le intercettazioni costano troppo alle casse dello Stato, bisogna mettere un tetto al prezzo e possibilmente non abusarne.

Peccato che i pm italiani abbiano una predilezione per le intercettazioni telematiche - il famigerato Trojan - che guarda caso sono anche le più costose, sicché i tagli sono in stand-by. E poi ancora, Giuseppe Valditara, il ministro dell’Istruzione, che sui risparmi programmati degli uffici scolastici regionali è costretto a spiegare: le bollette energetiche sono impennate nell’ultimo anno, così tagliare è difficile. Se ne leggono a decine, di questi piccoli e grandi alibi, sfogliando la relazione sul monitoraggio degli obiettivi di spesa 2023-2025 firmata da Giorgetti lunedì scorso. Una dieta dimagrante destinata a farsi ancora più ferrea, con la nuova cura imposta dal governo, e ad alcuni ministeri già suona indigesta così.

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