Statali, ecco di quanto aumentano gli stipendi per chi raggiunge gli obiettivi del Pnrr

​Nell'ultima bozza di contratto per i dirigenti pubblici spunta un premio del 30% in più per chi si occupa di obiettivi complessi come il Pnrr. Ma nel frattempo ci saranno più soldi per i funzionari che fanno i corsi di aggiornamento.

Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
di Giacomo Andreoli
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Martedì 16 Maggio 2023, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 17:14

Gli stipendi nella pubblica amministrazione stanno per crescere in maniera corposa, anche in base ai risultati raggiunti, in primis quelli legati al Pnrr. Questa opzione, in particolare, scatterà per tutti i dirigenti pubblici chiamati a prendersi la responsabilità del raggiungimento o meno dei target del Piano.

È questa, come anticipato da Il Messaggero, la novità principale della nuova bozza del contratto dei dirigenti statali. Nel frattempo il governo ha aperto al rinnovo del contratto per tutti i dipendenti, con gli aumenti che arriveranno entro un paio d'anni.

E ancora: la partecipazione ai corsi di formazione entrerà a far parte della valutazione individuale e peserà sulla corresponsione dei premi. In pratica: più ci si mette al passo con i tempi, più si guadagnerà.

Quanto aumentano gli stipendi per chi raggiunge i target del Pnrr

Per i dirigenti pubblici di seconda fascia (la maggior parte dei 4mila manager che lavorano nella pubblica amministrazione), più difficile sarà l’incarico e maggiori i rischi, più alti saranno gli stipendi. Anche i «premi», la cosiddetta «retribuzione di risultato», cambieranno. Per chi ha obiettivi più complessi, il riconoscimento economico per il raggiungimento dei risultati sarà maggiorato fino al 30% rispetto agli altri

Insomma, se si decide di assegnare obiettivi come la partecipazione a riunioni o l’invio di mail (cosa che in passato è accaduta), non si potrà poi pretendere di avere lo stesso premio di un dirigente che deve portare a casa la realizzazione di un’opera pubblica del Pnrr entro il 2026. 

Di quanti soldi si parla? I fondi per la retribuzione di posizione variabile e per i premi possono attribuire ai dirigenti di seconda fascia uno stipendio “extra” che va da 13.345 euro fino a 46.914 euro annui (a cui non si arriva praticamente mai). Chi raggiunge gli obiettivi del Pnrr dovrebbe prendere il 30% in più della media degli altri.

Retribuzioni più alte per i dirigenti

Il nuovo contratto prevede poi aumenti di rilievo per tutta la dirigenza pubblica. Sul tavolo ci sono incrementi che potranno arrivare fino a 390 euro lordi mensili (per i dirigenti dell’Enac), passando per i 340 euro per i dirigenti di prima fascia dei ministeri, delle agenzie fiscali e dell’Inps, fino ai 195 euro, sempre lordi mensili, per i dirigenti di seconda fascia. A questi soldi si somma la remunerazione di risultato, appunto.

Le novità sono contenute nelle bozze del nuovo contratto per la dirigenza pubblica in discussione tra l’Aran, l’Agenzia che tratta per il governo, e i sindacati. Il prossimo appuntamento del tavolo negoziale è previsto per il 22 maggio con l’obiettivo di chiudere in tempi brevi la negoziazione. 

Gli altri aumenti in busta paga

Quanto agli aumenti di stipendio per tutti i dipendenti statali, nell'ultimo Def non sono indicate nuove risorse per il pubblico impiego. Se ne riparlerà a settembre con la Nota di aggiornamento del documento e poi a ottobre con la manovra di bilancio. Il Def si limita a dire che servirà «un rafforzamento della revisione della spesa corrente che, con risparmi crescenti nel tempo, contribuirà alla copertura di tali politiche».

Il rinnovo del contratto viene legato alla capacità del governo di effettuare tagli alla spesa pubblica. Che poi è il destino di tutte le misure che dovranno essere messe in cantiere con la prossima manovra di Bilancio. Per adesso il governo ha a disposizione 3 miliardi da spendere quest’anno, ottenuti grazie alla maggiore crescita economica.

Soldi che saranno utilizzati per un nuovo taglio del cuneo fiscale da maggio a dicembre di quest’anno e che si andrà a cumulare alla riduzione di tre punti percentuali dei contributi per i redditi fino a 25 mila euro, e di due punti per quelli fino a 35 mila euro. 

Nel frattempo la nuova decontribuzione del taglio del cuneo fiscale sotto i 35mila euro di reddito andrà a beneficio anche dei dipendenti pubblici. Gli aumenti netti mensili oscilleranno da 48 euro netti al mese a quasi 65, a seconda della categoria di lavoratori interessata.

L'obiettivo del Pnrr: premi a chi fa i corsi di formazione

Nei prossimi mesi ed anni, poi, la partecipazione ai corsi entrerà a far parte della valutazione individuale e peserà, dunque, sulla corresponsione dei premi per tutti i dipendenti. Non solo. Il raggiungimento degli obiettivi formativi conterà anche «ai fini delle progressioni professionali all’interno della stessa area e fra le aree e qualifiche diverse». La formazione, insomma, impatterà sulla carriera dei dipendenti pubblici.

Tutto ciò serve ad attuare uno degli obiettivi previsti dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il 2023. Il Piano prevede infatti che entro giugno del 2026 siano offerti corsi di formazione ad almeno 750mila dipendenti pubblici, 350 mila dei quali delle amministrazioni centrali. Il Recovery plan, inoltre, stabilisce che almeno 525 mila di questi dipendenti (245 mila dei quali delle amministrazioni centrali) debbano completare con successo i corsi di formazione.

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