Il rispetto dei tempi di pagamento delle fatture entrerà a far parte del sistema dei premi dei dirigenti pubblici. E anche con un “peso” rilevante. Saldare nei termini dovrà valere almeno il 30 per cento in termini di obiettivi da raggiungere per ottenere il “bonus” sullo stipendio. Insomma, chi sforerà i tempi di pagamento avrà premi minori, mentre solo chi salderà nei termini previsti dalla legge riscuoterà tutto il premio. A introdurre il nuovo criterio di valutazione dei dirigenti pubblici, è stato un emendamento al decreto sul Pnrr, approvato in Senato. Il presupposto è che lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza tra le riforme chiave prevede la «riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie».
L’emendamento approvato prevede che nell’ambito dei sistemi di valutazione della performance previsti dai rispettivi ordinamenti, le amministrazioni «provvedono ad assegnare, integrando i rispettivi contratti individuali, ai dirigenti responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali nonché ai dirigenti apicali delle rispettive strutture specifici obiettivi annuali relativi al rispetto dei tempi di pagamento previsti dalle vigenti disposizioni e valutati, ai fini del riconoscimento della retribuzione di risultato, in misura non inferiore al 30 per cento».
IL MONITORAGGIO
Il tempo medio dei pagamenti è stato di 40 giorni. Ma con una marcata differenza tra le amministrazioni. Quelle centrali hanno saldato le fatture in 56 giorni mentre, per esempio, le Regioni hanno pagato in 28 giorni. Il Servizio sanitario nazionale salda i suoi conti mediamente in 42 giorni (va ricordato che in questo caso il termine è di 60 giorni), mentre gli Enti locali pagano in 41 giorni.
Oltre al decreto sul Pnrr in conversione al Senato, giovedì scorso il governo ha approvato un nuovo provvedimento sulla Pubblica amministrazione ribattezzato, appunto, “decreto Pa”. Un testo che contiene diverse novità in materia di dirigenza pubblica. La più rilevante riguarda i percorsi di carriera per entrare nei ruoli dirigenziali. Il governo ha deciso di rafforzare la cosiddetta “via interna”. I posti da dirigente riservati nei concorsi ai funzionari che hanno svolto almeno 5 anni di servizio e hanno valutazioni positive, saranno portati fino al 40 per cento dei posti totali. La selezione “comparativa” per promuovere a dirigenti i funzionari, sarà gestita dalla Sna. Altri posti poi, saranno riservati ai cosiddetti dirigenti “articolo 19 comma 6”. Si tratta di incarichi a termine che possono essere assegnati sia a funzionari interni che dall’esterno. Ai dirigenti con incarichi a termine sarà riservato fino al 30 per cento dei posti messi a concorso. Ma potranno partecipare a questa “riserva” di posti, soltanto coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato da funzionario con la Pubblica amministrazione. La porta insomma, sembra chiusa a chi ha avuto incarichi dall’esterno. Lo stesso provvedimento porta dall’8 per cento al 12 per cento la quota di personale dirigenziale esterno che può essere utilizzato nelle strutture di missione per l’attuazione del Pnrr.
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