Fisco, nella tassa unica sugli immobili i tributi di negozi e piccole imprese

Fisco, nella tassa unica sugli immobili i tributi di negozi e piccole imprese
di Luca Cifoni
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Sabato 8 Novembre 2014, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 19:48
Oggi sono oltre che un onere per gli interessati un simbolo della complessità del fisco italiano, dal prossimo anno saranno con tutta probabilità la terza gamba della local tax, insieme alle attuali Imu e Tasi. Confluiranno nella nuova imposta annunciata dal presidente del Consiglio una serie di tributi minori a carico delle aziende: la tassa per l'occupazione di spazi e aree pubbliche, il corrispondente canone, l'imposta comunale sulla pubblicità e i diritti delle pubbliche affissioni, il canone per l'autorizzazione all'installazione dei mezzi pubblicitari (dovuto per le insegne). Sicuramente una semplificazione, che però andrà calibrata con cura e che non necessariamente comporterà una riduzione del prelievo.



L'idea di ricondurre ad unità alcuni dei balzelli che gravano in particolare sulle imprese commerciali e su quelle artigiane nasce in realtà da lontano. Già il decreto approvato sulla fiscalità municipale approvato nel 2011, nell'ambito della riforma per il federalismo fiscale, prevedeva accanto all'imposta municipale propria (l'Imu che poi sarà anticipata e potenziata dal governo di Mario Monti) anche un'imposta municipale secondaria, di cui si fissava l'entrata in vigore nel 2014. Avrebbe dovuto assorbire proprio i vari tributi su occupazione di suolo pubblico, pubblicità e affissioni.



SEMPLIFICAZIONE

Nel frattempo molte cose sono cambiate per la fiscalità comunale, l'Imu è entrata in vigore ed è stata poi cancellata per le abitazione principali, è arrivata la Tasi. Un anno fa, la legge di Stabilità per il 2014 ha disposto lo slittamento di un anno dell'Imu secondaria il nuovo regime sarebbe dovuto partire dal 2015. Ora quindi, anche solo per una questione di tempi, questo dossier si intreccia con quello della local tax di cui ha più volte parlato Renzi, che comunque il prossimo anno non avrà ancora una veste definitiva.



Sicuramente il governo punta a rendere un po' più facile la vita dei contribuenti sommando Imu e Tasi, per la generalità degli immobili, e ripristinando per le abitazioni principali una tassazione progressiva grazie al ritorno di un sistema di detrazioni simili a quello usato con l'Imu.



La terza componente dovrebbe essere appunto l'Imu secondaria. Andranno certo sciolti alcuni nodi perché i tributi in questione tengono conto di fattori quali la dimensione degli spazi occupati o impegnati dai mezzi pubblicitari. Una delle ipotesi su cui si sta lavorando è quella di ripartire - nel caso delle imprese - il prelievo della nuova tassa tra proprietario e conduttore, in modo da porre a carico di chi esercita l'attività gli oneri più connessi ad essa, comunque una quota limitata. La suddivisione dell'imposta tra chi possiede l'immobile e chi lo occupa, introdotta parzialmente con la Tasi, verrebbe invece meno per l'abitazione principale.



La local tax potrebbe essere introdotta con un emendamento del governo alla legge di Stabilità, come ha confermato ieri il sottosegretario Delrio. Intanto una proposta di modifica presentata dal Pd punta a porre rimedio ad una stortura dell'attuale Imu alla quale sono sottoposti, in quanto equiparati ad immobili, i cosiddetti “macchinari bullonati” delle imprese. In tutto gli emendamenti presentati in comissione alla Camera (il termine per la presentazione scadeva ieri) sono 3.703, di cui circa 1.000 vengono da Pd. Ma come di consueto per le novità più rilevanti si dovranno attendere i testi del relatore e dell'esecutivo (dal quale è arrivato intanto quello che traduce in norme l'accordo con la Ue per potenziare la manovra).