Eurolandia, Barroso: «Sì alla flessibilità. Ma le regole vanno rispettate»

Eurolandia, Barroso: «Sì alla flessibilità. Ma le regole vanno rispettate»
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Sabato 6 Settembre 2014, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 17:36
Sulla flessibilit serve un modo intelligente di implementare le regole che abbiamo. Cos il presidente uscente della Commissione Ue, Jos Manuel Barroso al seminario Ambrosetti di Cernobbio sulle rive del lago di Como. Per Barroso «serve il rispetto delle regole» e il consolidamento fiscale, che «non deve essere un'ossessione», permette di non finire nel «mirino dei mercati».



«Non intendo parlare della flessibilità ma non resisto visto che è il tema del giorno», ha proseguito Barroso. «Penso che dovremmo evitare qualsiasi cosa che ci possa deviare dalle riforme e a volte alcune discussioni sono un modo per rilassare i nostri sforzi per la crescita, la competitività e la flessibilità».



«Voglio ripetere quello che ho detto a luglio con Renzi, quindi prima della dichiarazione del mio amico Draghi a Jackson Hole: nessun primo ministro ha spinto per un cambio di regole. Le regole ci sono e vanno rispettate, quelle attuali forniscono una certa flessibilità. Serve un modo intelligente di implementare quelle che abbiamo».



Per le riforme strutturali «sono stati molti annunci ma nulla di concreto», ha poi aggiunto Barroso che evidenziando le «differenze importanti» tra gli stati membri su crescita e occupazione. «Servono vigilanza e rispetto dell'agenda delle riforme, coraggio e pazienza».



Barroso ha poi chiuso il suo intervento ponendo l'accento sul fatto che il Patto che lega i Paesi europei è «di stabilità e crescita: ci servono tutti e due gli aspetti».



A Cernobbio c'era anche il leader della sinistra greca ed europea, Alexis Tsipras. «Anche in Italia l'austerità senza crescita significa prolungare la crisi del 2008», ha detto Tsipiras secondo quanto riportano su Twitter alcuni partecipanti al Forum Ambrosetti. Il politico greco ha partecipato a un panel insieme all'ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti. «Sono venuto nel ventre della bestia capitalista - ha scherzato - perché credo nel dibattito». tsipiras si è detto «felice» di essere stato invitato perché, ha spiegato, potrà dire «la verità a questa gente» (i partecipanti del forum sono sopratutto manager, imprenditori e banchieri). «Il fatto che mi abbiano invitato - ha aggiunto - è una buona evoluzione. Forse iniziano a capire che c'è qualcosa di sbagliato».



L'Europa «si trova in una strada senza uscita», a causa dell'«austerità e della disciplina fiscale», che «hanno avuto risultati molto negativi per tutti», ha sottolineato ancora il leader di Syriza, la coalizione della sinistra radicale che alle ultime elezioni europee è risultato il primo partito in Grecia. «La crisi - ha continuato - è passata dalle banche all'economia reale e alla società. In Europa c'è una crisi sociale e politica, una crisi che permane e c'è paura per la deflazione. Bisogna cambiare direzione e strategia».



Secondo Tsipras «è paradossale restare dell'idea di implementare il Fiscal Compact: non è normale credere che un'economia come la Grecia recuperino con l'obbligo di avere un avanzo primario del 4,5% e nel tempo stesso avere un debito doppio rispetto al Pil e avere l'obbligo di pagare 10 mld di euro l'anno per gli interessi». A parere del politico greco, «l'unica soluzione è la combinazione di una ristrutturazione del debito pubblico e decisioni più attive da parte della Bce per dare liquidità alle banche europee e così trasferire risorse all'economia reale, solo per finanziare gli investimenti e allo stesso tempo è necessario spingere la domanda».



«La soluzione - ha insistito - non è l'austerità, ma dare soldi a gente che non metta i soldi al riparo in conti esteri, ma li trasferisca nell'economia reale. Questa è l'unica soluzione». Insomma, per Tsipras all'Europa «serve la crescita: senza la crescita, è impossibile la ripresa. Ma i risultati della politica di austerità e di disciplina fiscale sono completamente diversi. Nel mio Paese abbiamo avuto sei anni consecutivi di recessione, abbiamo perso il 25% del Pil e questo è inaccettabile in un periodo di pace. E mi pare - ha concluso - che anche in Italia le cose non vadano troppo bene».