Arena, da Unicredit e Cariverona
14 milioni per il restauro dell'anfiteatro

Arena, da Unicredit e Cariverona 14 milioni per il restauro dell'anfiteatro
di Rosario Dimito e Carola Carbonari
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Lunedì 24 Novembre 2014, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 10:53
ROMA Verona è la città dove Shakespeare ha ambientato la storia d’amore di Romeo e Giulietta, Verona è la città di Cangrande della Scala al quale Dante ha dedicato l’intera cantica nel Paradiso della Divina Commedia. Ma Verona è soprattutto ricordata e citata perché è la città dell’Arena, uno degli anfiteatri romani più belli e meglio conservati al mondo. E famoso anche perché 101 anni fa, su idea del tenore Giovanni Zenatello e dell’impresario Ottone Rovato, venne messa in scena l’Aida in occasione del centenario della nascita di Verdi, diventando così il più grande teatro lirico all’aperto del mondo. Un primato che mantiene tuttora. Ma tutto ciò che è bello e ha valore va protetto. E adesso l’Arena ha bisogno di un restyling che, secondo le previsioni e i calcoli di un anno e mezzo fa, si aggirerebbe a quasi 26 milioni. Si è pensato subito: ecco l’Arena di Verona come il Colosseo di Roma. Si è cercato e si è sperato in uno sponsor o ad una cordata di imprenditori in grado di ripetere l’operazione come quella che Diego Della Valle ha fatto per l’anfiteatro Flavio.

IL MECENATE GHIZZONI

Il soccorso viene annunciato questa estate tra gli intrecci amorosi e i tradimenti della prima del “Ballo in maschera” di Verdi che vede nascere l’amore tra Unicredit e Palazzo Barbieri. Federico Ghizzoni, amministratore delegato del colosso bancario, dichiara in quell’occasione di essere pronto ad assumere l’impegno di main sponsor per il restauro del simbolo della città scaligera. E’ notizia di pochi giorni fa che il “mecenate” Unicredit ha quantificato un finanziamento a fondo perduto di 7 milioni per gli interventi di restauro, e sarà affiancata dalla Fondazione Cariverona – primo socio italiano di Unicredit con il 3,4% - che contribuirà con altri 7 milioni con lo scopo di arrivare ad una sponsorizzazione unica del monumento. Per un periodo previsto dai tre ai cinque anni. Uno sponsor generoso, prestigioso e di grande affidabilità che apparirà con un cartellone pubblicitario molto contenuto sull’anfiteatro per non scatenare polemiche delle varie associazioni culturali.

Il 19 novembre la Giunta comunale ha approvato il progetto preliminare degli interventi per la conservazione e fruizione dell’Arena per 14 milioni, finanziati per metà da Unicredit e per metà da Fondazione Cariverona. L’erogazione dei contributi verrà regolata attraverso la sottoscrizione di una/due convenzioni fra le parti – Comune di Verona, Unicredit e Fondazione Cariverona - e l’impatto economico complessivo di Unicredit di 7 milioni verrà erogato entro il 2016. Allo stato attuale, la banca prevede di stanziare il proprio contributo in un’unica soluzione nel 2014 subordinatamente alla positiva conclusione dell’iter autorizzativo, da parte dell’organo competente, dei progetti presentati dal Comune di Verona e del relativo preventivo di spesa. E’ da ricordare che già dal gennaio 2013 il Ministero dei Beni Culturali, insieme al Comune scaligero, Fondazione Arena e la Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto avevano sottoscritto un accordo per un piano di manutenzione dell’anfiteatro.

IL NUOVO TEATRO

Ma andiamo a vedere di quali lavori si parla. Il progetto prevede il restauro conservativo delle gallerie, degli archi interni, il restauro di tre arcovoli, l’impermeabilizzazione e sigillatura delle gradinate dell’intera cavea, il rifacimento dell’impianto elettrico di illuminazione scenografico esterno e dell’impianto speciale di sicurezza e antincendio, il rifacimento dei servizi igienici, il riordino degli spazi in uso a Fondazione Arena. Si calcola che per rifare gli impianti elettrici areniani – i cavi e gli snodi elettrici risalgono dai 30 ai 50 anni fa – dovrebbero servire 4 o 5 milioni. E altri 4 milioni circa sono previsti per impermeabilizzare i gradoni e gli arcovoli sottostanti danneggiati dalle continue infiltrazioni di acqua piovana. In più c’è anche l’anello esterno dell’Arena, che necessita di un intervento e che va studiato con molta attenzione perché bisogna garantire la compatibilità fra materiali esistenti e materiali nuovi e usufruire la tecnica di recupero tradizionale della muratura come il “cuci-scuci” insieme alle tecniche moderne di iniezioni. Per Unicredit l’Arena di Verona rappresenta, per la sua ricaduta d’immagine, un investimento importantissimo. Basti pensare che quest’anno, nonostante il maltempo – ma senza che sia saltata nessuna serata con ben 22 giornate di pioggia – l’Arena ha registrato la presenza di più di 404 mila spettatori per un incasso di 23 milioni. Poi c’è da aggiungere che l’istituto bancario beneficerà delle agevolazioni fiscali che la legge consente agli investimenti che hanno come scopo il recupero dei beni culturali. Un’operazione importante, un impegno che, ha dichiarato Ghizzoni a giugno scorso: «ci prendiamo con grande piacere». Un’operazione, aggiungiamo noi, che speriamo sia adottata per altri monumenti del nostro Bel Paese e magari da altri mecenati perché, ricordiamolo, l’industria del turismo e della cultura potrebbe essere per l’Italia un tesoro da 100 miliardi l’anno. Il principe Miskin nell’Idiota di Dostoevskij afferma che »la bellezza salverà il mondo». Beh cerchiamo di salvare, intanto, il nostro Paese.