Foligno, importante scoperta archeologica: un anfiteatro riscrive la storia della città romana

Uno scorcio dell'anfiteatro scoperto a Foligno
di Giovanni Camirri
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 07:30

FOLIGNO - Un’intuizione che diventa sempre più certezza. Si potrebbe riassumere così l’importantissima prova archeologica individuata nel corso di una serie di verifiche nell’area limitrofa a quella dove si affaccia il cimitero centrale e cioè la zona di Santa Maria in Campis. Perché, ora si può dire, è stata trovata la prova dell’esistenza dell’anfiteatro romano. Il che, come è facile immaginare, riapre il ragionamento sulla localizzazione del sito romano di Foligno. Si tratta del Progetto di Ricerca FIAE-Fulginia International Amphitheatre Excavation, ideato dall’archeologa Roberta Taddei sulla base degli studi sul monumento pubblicati dalla professoressa Maria Romana Picuti, e promosso dall’Associazione Amici dell’Abbazia di Sassovivo odv, ente fondato nel 1976 riattivato nel 2011 dopo un lungo periodo di stasi dovuto al protrarsi dei poderosi lavori di restauro post sisma ’97, che hanno interessato l’intero pregevole complesso monastico sassovivese. Più nello specifico nel 2012, nell’ambito della promozione di una serie di rilevanti iniziative culturali, l’Associazione AAS ha avviato un progetto di ricerca multidisciplinare, tuttora in corso, le cui basi sono state poste dal professor Giovanni Carbonara (Sapienza Università di Roma, capofila della cosiddetta Scuola romana del restauro architettonico) con l’obiettivo di studiare l’abbazia in modo approfondito per poterne ricostruire le molteplici fasi architettoniche e d’uso, in particolare attraverso la lettura stratigrafica delle strutture edilizie, avvalendosi anche di indagini archeologiche.

LE CAMPAGNE

Dal 2014 al 2017 sono state infatti condotte a Sassovivo quattro campagne internazionali di scavo - organizzate dall’Associazione AAS e dirette da Sapienza Università di Roma in convenzione con la Pontificia Università Gregoriana, l’ University Eötvos Loránd di Budapest-Hungarian Natural History Museum e l’Università degli Studi di Perugia- che hanno consentito di effettuare contestualmente approfondimenti finalizzati a precisare la cronologia e i connotati strutturali e formali delle principali fasi di formazione della città di Foligno. I risultati di tali approfondimenti sono poi confluiti nella pianificazione dell’attuale campagna di scavi, volta a verificare l’effettiva consistenza archeologica delle tracce sepolte e dei resti visibili dell’anfiteatro dell’antica Foligno, nonché a dirimere il fondamentale nodo critico della dislocazione del primo insediamento romano della città.

IL PUNTO

Scopo principale del Progetto di Ricerca FIAE Fulginia International Amphitheatre Excavation è dunque indagare in primo luogo le strutture murarie ancora conservate dell’anfiteatro del municipium di Fulginia. Gli scavi di emergenza condotti dalla allora Soprintendenza Archeologica per l’Umbria negli anni 1974-1987-2006 all’interno dell’area urbana della Fulginia romana - tradizionalmente situata principalmente lungo via Rubicone, all’interno di una vasta area tra Santa Maria in Campis e via Pò, di recente acquisita dal Comune e attualmente identificato come parco archeologico (in corso di realizzazione)- hanno portato alla luce resti sparsi di insediamenti residenziali romani, complessi termali, strade sezioni, sistemi di canalizzazione, iscrizioni onorifiche e necropoli, insieme a consistenti tracce di edifici pubblici, verosimilmente pertinenti al Foro, e dell’imponente anfiteatro oggetto, appunto, del Progetto di Ricerca FIAE.  Chiarire i dettagli dell’evoluzione di tale monumento potrà contestualmente fornire dati importanti per comprendere il più ampio sviluppo della topografia urbana di Fulginia. «In secondo luogo – sottolinea Roberta Taddei -, scopo del Progetto FIAE è suscitare un ampio interesse pubblico mediante un programma di sensibilizzazione, che verrà attuato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria e con il Parco Archeologico del Colosseo e che include conferenze, giornate aperte, programmi educativi, visite specializzate, iniziative di conservazione del patrimonio, e pubblicazioni scientifiche.

Il programma si rivolge sia alla comunità locale sia a specialisti e visitatori, e funzionerà come veicolo di scambi tra gli studiosi che collaborano al Progetto così da favorire il confronto delle ipotesi che verranno sviluppate mano a mano nei vari ambiti di studio. Elemento costitutivo del Progetto di Ricerca FIAE è infatti l’approccio multidisciplinare basato sull’impiego di tecnologie di rilevamento e di documentazione all’avanguardia, utili per indagare l’area di scavo in modo uniforme ed accurato e acquisire banche dati cui attingere per interventi di tutela e conservazione consapevoli».

I RISULTATI

Essendo la conoscenza dell’anfiteatro dell’antica Foligno ancora embrionale rispetto a molti altri casi nazionali e internazionali, le metodologie di studio proposte risultano indispensabili per raggiungere un livello di lettura nuovo e particolareggiato, e al tempo stesso versatile, che permetterà anche di costituire un modello di catalogazione e gestione dati ad ampio spettro. La campagna di scavo 2023, di cui è concessionaria l’Associazione AAS, si avvale della prestigiosa direzione di Filippo Coarelli, professore emerito dell’Università di Perugia, uno dei più illustri e reputati archeologi italiani di fama mondiale, e da Vincent Jolivet, direttore di Ricerca CNRS UMR 8546 AOROC, professore dell’École Normale Supérieure di  Parigi,membro dell’ École française de Rome insigne etruscologo e topografo, ed è condotta, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, in convenzione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e segnatamente con il dottor Stefano Urbini, membro dell’équipe di scavo, al quale è stata affidata l’esecuzione di indagini geofisiche integrate per un’analisi non-invasiva delle strutture monumentali, e con l’American Institute for Roman Culture (Airc) diretto dall’archeologo americano Darius Arya, ideatore e conduttore,tra l’altro, della serie televisiva Under Italy e membro anche lui dell’équipe di scavo. Gli altri membri dell’équipe di scavo sono Angela Baldanza, geologa,del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’ Università di Perugia, Michele Asciutti, architetto, docente di Restauro architettonico presso Sapienza Università di Roma,e le archeologhe Maria Romana Picuti, di Sapienza Università di Roma e Matelda Albanesi, del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Le indagini dell’anfiteatro sono state rese possibili grazie al patrocinio e al sostegno del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. «In futuro – ricorda Roberta Taddei - il progetto Fiae, potrà inoltre avvalersi del partenariato con prestigiosi istituti universitari internazionali. Il  Progetto, strettamente focalizzato sullo scavo dell’anfiteatro di Fulginia, si colloca all’interno di una prospettiva che travalica l’ interesse locale inserendosi nelle questioni regionali, nazionali e internazionali riguardanti lo studio della conformazione, nell’antichità classica, dell’organismo architettonico dell’anfiteatro, praticamente sconosciuto al mondo greco e che costituisce l’ esito originale di un processo tutto interno alla cultura italica, rappresentando una innovazione esclusivamente romana -pur se ispirata, nei caratteri della facciata e nella tecnica costruttiva dei tipi più maturi, al modello costruttivo del teatro- conquistata attraverso la pragmatica abilità romana nel coniugare simultaneamente necessità tecnico-costruttive, utilitas e monumentalità architettonica, ed il cui processo evolutivo si consuma – conclude - nell’arco di soli tre secoli». Domenica 14, alle 16,30 nella Sala Conferenze di Palazzo Trinci, saranno illustrati da relatori d’eccezione i risultati delle attività si qui svolte».

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