A riguardarle, quelle immagini fanno ancora tenerezza. In bianco e nero, sbiadite dal tempo, raccontano di una grande avventura: quella della conquista dello spazio. Una incredibile epopea che dopo oltre 65 anni, non si è ancora conclusa. Sì perché il lancio del primo essere vivente nello spazio risale proprio a quel periodo, il 3 novembre del 1957, per essere esatti. Un lancio epocale che però, a distanza di decenni, fa ancora discutere.
A bordo della navicella russa, lo Sputnik 2, non c'era un uomo, né tanto meno un robot ma una cagnetta che, suo malgrado, sarebbe passata alla storia.
IL LANCIO
Erano le 2,30 quando lo Sputnik 2 venne lanciato dal Cosmodromo di Bajkonur. Tutto sembrò filare via liscio. Poi, al di là della raccolta di dati e della conta delle orbite, di Laika non si seppe più nulla. Almeno fino al suo ritorno quando ormai, era già morta. La morte della cagnetta, già messa in conto dalle autorità, non lasciò indifferente l'opinione pubblica. Tanto che, almeno inizialmente, si tenne a precisare che Laika non aveva sofferto e che comunque era riuscita a sopravvivere per giorni. Bisognerà aspettare il 2012 per conoscere la verità. Diffusa da uno degli scienziati che seguirono l'operazione spaziale, avrebbe spiegato come le funzioni vitali della cagnetta si interruppero poche ore dopo il lancio. Laika, sarebbe morta di paura. Le condizioni estreme, unite al malfunzionamento della termoregolazione dell'abitacolo, avrebbero determinato la fine della cagnetta terrorizzata. La navicella, dopo aver compiuto 2570 orbite, infine fece ritorno sulla Terra. Era il 4 aprile del 1958. A bordo, il corpicino di Laika.
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