Folla al "processo" su Sant'Agnese:
maldicenza assolta da Trifuoggi

Il pubblico che ha assistito al "processo" su Sant'Agnese (Foto Vitturini)
di Stefano Dascoli
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Sabato 9 Gennaio 2016, 10:11
L'AQUILA - Il pianeta Maldicenza, in tutte le sue forme, è assolto: il festival di Sant’Agnese non ha stravolto le tradizioni, non ha tradito la veste popolare del “rito”, non ha velleità culturali; il “dire male” va inteso come ironia bonaria, critica leggera, satira.

A pronunciare la sentenza è stato l’ex magistrato e vice sindaco Nicola Trifuoggi, che al termine del “processo” a cui si è autosottoposto il Pianeta maldicenza (che ha aperto l’11esimo festival cittadino) ha condannato qualsiasi forma di calunnia, diffamazione, pettegolezzo, volgarità. Sant’Agnese (non certo la Santa protettrice dei linguacciuti…), dunque, è assolta. Il processo si è sviluppato ieri all’auditorium Bper (stracolmo) per oltre due ore tra il serio (molto) e il faceto, tra disquisizioni semantiche e filologiche e momenti più spassosi (come l’elenco delle 263 congreghe “censite” oggi o la lettura delle cariche più strambe affibbiate ai linguacciuti). Brillantissima l’arringa della pubblica accusa, rappresenta dall’avvocato Antonello Carbonara: «Perdere questa causa, con gli avversari che ho di fronte, mi dispiacerebbe – ha scherzato in avvio - Dal 1963 faccio parte di una congrega che ininterrottamente il 21 gennaio trascorr un’allegra serata: lo ammetto, si spettegola bonariamente.

Non nego le mie radici. Ma l’aspetto popolare della manifestazione è venuto meno, il pianeta Maldicenza ha una connotazione culturale data da un gruppo elitario e autoreferenziale. C’è stato un fiorire di convegni, presidenti emeriti della Repubblica, allenatori di calcio. E poi la maldicenza: è l’anticamera della calunnia». Vincenzo Battista, parte civile, ha denunciato l’appropriazione del logo civico nel labaro di Sant’Agnese (che l’architetto Santoro ha smontato: «Non è lo stemma civico»). Trifuoggi è stato al gioco, con sagacia e leggerezza. Tommaso Ceddia, consulente/testimone della difesa, si è addentrato nelle questioni più “serie” del tema. Umberto Pilolli ha supportato le sue tesi: «Il comitato si è limitato ad ampliare la manifestazione, esportando il concetto originario e tenendone fermi i principi, lo spirito è uguale». Oggi pomeriggio, sempre alla Bper, tombolata speciale con 99 numeri, ognuno legato a un personaggio storico cittadino.
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