Droga prenotata in chat: undici arresti, 3 ricercati. Spaccio anche davanti alle scuole

C’è anche un 17enne tra i fermati. Il pm: «Freno significativo allo spaccio»

Droga prenotata in chat: undici arresti, 3 ricercati. Spaccio anche davanti alle scuole
di Teodora Poeta
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:16

Gli appuntamenti venivano fissati sulle piattaforme di messaggistica istantanea dove si parlava di andare a prendere «un caffè» che stava a significare lo scambio della droga. Per mesi i militari della compagnia di Teramo sono stati dietro ad un gruppo di extracomunitari che avrebbe distribuito hashish a giovani pusher teramani, tra i quali anche minorenni, per la successiva vendita ai consumatori finali. È quanto emerso dall’ultima indagine della procura coordinata dal pm Stefano Giovagnoni che all’alba di ieri mattina ha visto scattare l’esecuzione di 11 misure cautelari personali firmate dal gip Marco Procaccini e dal gip del tribunale dei minore dell’Aquila per il reato ipotizzato in concorso di detenzione ai finiti di spaccio di sostanze stupefacenti.

LE MISURE CAUTELARI
In otto sono finiti in carcere. Si tratta dei teramani Danilo Campanella, 19 anni; Manuel Cerino, 25; Andrea Giuseppe Ferrajolo, 20; Giovanni Capriotti, 23, e Mattia Fiori, 21 anni, quest’ultimo residente ad Ascoli Piceno ma domiciliato a Teramo. E poi gli stranieri Mounssif Lagmiri, 24 anni del Marocco, ma residente a Mosciano (in carcere a Rovigo); Hamza Laaouini, 27, pure lui del Marocco, residente a Teramo, e Ibrahim Ijambu, 28, del Gambia, sempre residente a Teramo. Agli arresti domiciliari sono finiti i teramani Matteo Firmani, 25 anni, e Alessia Collalti, 20. Un 17enne, infine, è stato associato ad una comunità per minori che si trova nell’aquilano. Mentre al momento altri tre, nei confronti dei quali sono state accolte dal gip le misure cautelari personali, sono ricercati. A dare inizio all’intera indagine è stato un primo sequestro di oltre mezzo chilo di hashish suddiviso in sei panetti da 100 grammi trovati durante una perquisizione domiciliare a casa di uno studente 17enne teramano a marzo dello scorso anno.

A vendergli tutta quella droga sarebbero stati due marocchini, uno dei quali arrestato ieri, considerato dagli inquirenti tra i principali distributori di hashish ai giovani pusher teramani che a loro volta la rivendevano nelle piazzette dello spaccio della città, sul lungofiume, ma anche davanti alle scuole. L’indagine che è stata svolta con appostamenti, monitoraggio video, testimonianze, avvalendosi anche di impianti di videosorveglianza pubblici e privati del capoluogo che hanno permesso di documentare diversi episodi di cessione di hashish e di pochi grammi di cocaina avvenuti a Teramo e in altri comuni vicini.

I LUOGHI DI SPACCIO
I posti, in particolare, dove avveniva lo spaccio sono piazza San Francesco, il lungofiume Vezzola, piazza Garibaldi, i giardini di piazza Nassyria e piazzetta del Sole. Luoghi da tempo dove soprattutto i residenti denunciavano questi episodi. «Riteniamo di aver posto un freno significativo allo spaccio sul lungofiume e non solo» commenta in conferenza stampa il pm Giovagnoni. In fase di notifica delle misure, nel corso delle perquisizioni, i militari hanno trovato e sequestrato complessivamente altri 4 chili di hashish suddivisi in panetti e ovuli a casa di due indagati per un valore al dettaglio di circa 25mila euro. «A dimostrazione del fatto che fossero tuttora attivi», spiega il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Pasquale Saccone. Al momento le indagini continuano per tentare di risalire alla provenienza della droga, mentre altri sono indagati e non è escluso che l’inchiesta si estenda ad ulteriori minorenni.

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