Cyber-squillo arrestate
una è incinta da 5 mesi

Cyber-squillo arrestate una è incinta da 5 mesi
di Gianluca Lettieri
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 17:39
CHIETI la giovane di 22 anni che ha offerto sesso estremo per ricattare un coetaneo incinta. Il giorno dopo la notizia dell'arresto - avvenuto a Roma - delle due ragazze terribili di Chieti (l'altra ha 25 anni) emergono nuovi particolari su una storia che ha avuto rilievo anche sui media nazionali. Quel che è certo è che le cyber-squillo avevano un disegno diabolico per la testa: ricattare i clienti online, promettendo di preservare il loro "vizietto" in cambio di soldi. E il fatto che la più giovane delle ragazze fosse in dolce attesa da cinque mesi non ha rappresentato, evidentemente, un ostacolo al loro piano. Le due hanno addirittura affittato un appartamento in zona San Lorenzo dove ospitare il cliente adescato online per consumare un rapporto fetish a tre. Secondo la ricostruzione degli investigatori, un primo approccio c'era stato su Facebook. Poi, però, la conversazione si è spostata in una chat per amanti del sesso estremo. A finire nella trappola è stato un giovane di 26 anni di Roma: durante la notte di sesso viene fotografato in pose imbarazzanti da una delle giovani. Lui, però, non si accorge di nulla: si riveste, saluta e via come nulla fosse. L'incubo, però, comincia a distanza di poche ore. Sul cellulare del ragazzo arriva uno scatto hot e un messaggio dal contenuto esplicito: «Se non vuoi vedere questa foto su Facebook, devi tirare fuori 500 euro». Il 26enne, però, non cede al ricatto hard e decide di rivolgersi ai carabinieri della stazione San Paolo. Stavolta, però, a finire nella trappola sono le due terribili abruzzesi. I militari, infatti, organizzano una messa in scena in piazza dei Cinquecento: prima attendono il passaggio di denaro, poi intervengono arrestando le ragazze per estorsione. Una cosa è certa: le indagini degli uomini dell'Arma non finiscono qui. Il sospetto è che le due giovani, rinchiuse nel carcere romano di Rebibbia, possano aver colpito anche in precedenza utilizzando lo stesso metodo.
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