Il 20 Settembre del 1467 data la prima processione legata al "Patto d’amore” tra la Città di Viterbo e la Madonna della Quercia che miracolosamente fece cessare il terribile flagello della peste che colpì l’Alto Lazio. Quest’anno (al pari del 2019) niente processione per evitare assembramenti e contagi da Covid-19, ma vari appuntamenti devozionali per invocare la patrona della diocesi e “custode” del capoluogo a mettere fine alla pandemia da coronavirus.
Il programma è stato illustrato da don Massimiliano Balsi, rettore del Santuario e Irene Temperini, presidente Pro Loco e responsabile eventi culturale, affiancati dal sindaco Giovanni Arena e dall’assessore alla cultura Marco De Carolis.
Alle ore 19 di sabato 11, la prima Messa presieduta da don Luigi Fabbri, vicario generale della diocesi.
Domenica, alle ore 10, il vescovo consacrerà il nuovo altare e benedirà il nuovo ambone e della nuova sede. Nel pomeriggio, celebrazione solenne del Patto d’amore alla presenza del vescovo e del sindaco; dopo la Messa, esibizione dei gruppi degli sbandieratori del centro storico, Pilastro e Santa Rosa.
Le celebrazioni avranno una coda sabato 18, ore 16,30, con la rassegna delle corali polifoniche; domenica 19, ore 10,30, con la Messa presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della congregazione per la cause dei Santi; domenica 26, con una visita straordinaria al complesso monumentale di Santa Maria della Quercia.