L'addio a Paolo, il suo sogno spezzato
"Era l'orgoglio di Montefiascone"

Paolo con la fidanzata Martina a un gala dell'Esercito
di Alessia Marani
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Domenica 26 Gennaio 2014, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 20:33

VITERBO - Vola in alto, ancora pi in alto fino al paradiso. Il messaggio un tam tam disperato sulla rete.

Sono gli amici, i cugini, i parenti piccoli e grandi che più gli volevano bene. L’esercito dei Lozzi: la sua famiglia numerosa, unita, con la fidanzata Martina, la mamma Arianna, papà Roberto e la nonna Dalia, che non si danno pace. Che ora gridano tutto il dolore che hanno dentro come possono.

Su Facebook gli amici hanno cambiato tutti l’immagine del profilo: adesso è come se fossero tutti Paolo, con la sua tuta da pilota, alle sue spalle l’elicottero.

L’immagine da vero Top Gun che era e che sarebbe diventato. «Forza e coraggio», scrive Lucy alla famiglia. «Non ci sono parole da dire o cose da fare quando succedono queste disgrazie. Vi assicuro che io so bene cosa significa perdere un proprio caro. Il dolore che si prova non passa con il tempo, ma impari a conviverci. Forza».

Orgoglio è la parola che più rimbalza. Paolo «orgoglio di tutti noi», posta Maria Cristina. «Eri il migliore», striscia Rakele. Federico ha messo la foto felice del suo matrimonio con Daniela: era settembre, con loro c’è la comitiva di sempre. Ed eccoli Paolo e accanto la bionda Martina. Belli e giovani. Raggianti.

Immagini e frasi liberate una dopo l’altra, fissate sulla rete come a voler continuare dialoghi e incontri che non ci saranno mai più.

Ed è uno scorrere di vita: la laurea di Paolo all’Accademia di Modena (luglio 2012), conquistata a pieni voti, con accesso di diritto all’Aviazione. Camicia celeste, viso pulito, con la mano sinistra si sistema il “tocco”, pronto a spegnere le candele sulla torta coi colori dell’Esercito creata ad hoc per lui. Perfetta: con lo stemma del 189° Corso, la bandiera dell’Italia, la corona d’alloro, la statuetta del cadetto di Modena, il cavallo e l’elicottero, la sua passione. L’orgoglio di mamma e papà, stretto tra i genitori, abbracciato al fratello gemello Andrea. Uno scatto dopo l’altro. C’è la foto anche con la nonna Dalia: Paolo sfodera la spada del cadetto e la mostra. Sembra una favola.

Lui che aveva preso il diploma al liceo classico con il massimo dei voti e poi aveva lasciato Montefiascone per inseguire la sua strada. Speranza e riscatto per tanti giovani di provincia che spesso, invece, non ce la fanno. «Paolo era brillante, vivace, solare. Un ragazzo semplice e affettuoso, con una marcia in più e lo stava dimostrando giorno dopo giorno», ricorda un amico.

Alla camera ardente allestita ieri al Comune di Montefiascone subito dopo i funerali solenni a Viterbo, è una processione infinita di chi vuole salutarlo un’ultima volta.

Nella vicina Basilica di Santa Margherita domenica pomeriggio le esequie in forma privata. I familiari chiedono opere di bene. Il sindaco ha dichiarato il lutto cittadino.

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