Comune di Viterbo, buco da 4 milioni
Le società partecipate pesano sui conti

Il municipio di Viterbo
di Carlo Maria Ponzi
2 Minuti di Lettura
Martedì 2 Luglio 2013, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 17:50
VITERBO - Uno spettro si aggira a palazzo dei Priori, tale da non far dormire sonni tranquilli al sindaco Leonardo Michelini e alla sua squadra. l’ectoplasma assume le sembianze del bilancio (si tenter di approvarlo entro il 30 settembre), gravato da non poche criticit. Le criticità sono volgarmente traducibili con la parola “buchi”. Il primo buco, pari a 4.270.000 euro, è causato dal mancato trasferimento nelle casse dei tributi riscossi da Esattorie spa. Il secondo buco, al momento rimasto sullo sfondo delle verifiche che l’assessore al ramo, Lisetta Ciambella, sta srotolando per «mettere in luce le anomalie riscontrate nei conti», è stato determinato dalla gestione delle società partecipate. Con le due spa che hanno gestito e/o gestiscono il ciclo idrico integrato: da un lato la Robur, dall’altra la Talete.



Ma è bene procedere con ordine per rendere chiaro un tema complicato, tanto da far decidere a Michelini&C. di dare incarico a una società di certificazione di esaminare tutti i conti «per rendere chiaro» lo stato della situazione finanziaria. «A che serve la certificazione? Diciamo – spiega Alvaro Ricci, assessore all’Urbanistica che nella precedente consigliatura ingaggiò non pochi corpo a corpo col sindaco Giulio Marini proprio sulla gestione economica – che è necessaria fissare una linea di demarcazione tra il passato, vale a dire circa 20 anni di amministrazione del centro destra, e il presente. Attenzione: tecnicamente il bilancio è a posto, ma crediamo che il suo equilibrio sia fittizio».



ittizio? Ricci pesa le parole. «Guardi qua – scandisce tirando fuori un foglietto – sono i numeri che lo dicono». I quali numeri raccontano che ai 4.720.000 euro di mancate entrate da Esattorie, sarà necessario aggiungere i circa 3,5 milioni di euro iscritti come credito dovuti da Talete. «E’ facile vaticinare – rileva l’assessore – che quelle somme non saranno mai incassate. Temiamo che la spa non è e non sarà in grado di versarci quelle ingenti risorse».



E la Robur, altra partecipata al 75%? «Ci è stato detto che il deficit della società ammonta a oltre 2,5 milioni di euro. Nel nostro bilancio - aggiunge Ricci - sono stati accantonati 1,8 milioni, da spalmare nel triennio, per coprire quel deficit di liquidazione. Ma temiamo che non saranno sufficienti a colmare le perdite».

E’ ovvia la battuta: la gestione del ciclo idrico ha fatto acqua da tutte le parti. «Non c’è dubbio - dice Ricci - anche se le responsabilità sono ampie, a cominciare da quei Comuni che non entrati nella spa. Ovvero, pur entrando, hanno scaricato sulla società gran parte dei mutui che avevano acceso per potenziare le rispettive reti».