Trenta allenatori chiedono alla Figc di fare chiarezza

Il presidente Zarelli
di Marco Gobattoni
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 10:19

CALCIO DILETTANTI
Una lettera firmata da 30 allenatori di Eccellenza e Promozione, tra i quali il tecnico del Corneto Tarquinia Davide Centioni e il mister viterbese del Ladispoli, Marco Scorsini, per chiedere al presidente della Figc laziale Melchiorre Zarelli un confronto e soprattutto un percorso chiaro per capire e decidere cosa fare con i campionati nelle prossime settimane. E una risposta piccata da parte di Zarelli.
I tornei dilettanti sono fermi almeno fino al prossimo 3 dicembre. Nel frattempo, i club vivono nell'incertezza: l'ultimo Dpcm ha vietato l'utilizzo degli spogliatoi per gli allenamenti, con molti club della Tuscia, vedi il Tuscania, che hanno deciso di sospendere ogni tipo di attività. Altri comitati regionali Toscana e Veneto su tutti - hanno deciso di bloccare la stagione rispettivamente fino a gennaio e febbraio 2021, modificando il format dei campionati. I 30 mister, a cui seguirà la lettera di 40 capitani, chiedono che sia tracciata una rotta per capire come poter ripartire nelle prossime settimane. Gli atleti non sono robot che possono essere riaccesi in qualsiasi momento: sapere che ci sarà una sosta di un mese o due, potrebbe consentire alle società di programmare il prossimo futuro. «Quello che chiediamo è confronto e chiarezza, non silenzio. Vogliamo chiarezza, al fine di consentire alle società di potersi organizzare sia dal punto di vista logistico sia da quello tecnico. Serve impegno, serve la voglia di mettere in atto tutte quelle misure e precauzioni che ci consentirebbero di tornare a giocare, anche con una revisione del format attuale dei campionati». Questo uno dei passaggi chiave della missiva.
La risposta di Zarelli non si è fatta attendere: «Leggo con sorpresa di lettere a me indirizzate, che vengono veicolate a tutti meno che al diretto interessato. Questo gruppo di allenatori, che risulta essere poco più del 25%, chiede di voler tornare a giocare, avanzando una serie di richieste che, a loro dire, dovrebbero essere soddisfatte dal Comitato regionale che presiedo. Sulla voglia di giocare, siamo i primi a volerla coltivare e alimentare come abbiamo fatto non appena ce n'è stata data la possibilità, anche se alcuni presidenti di società durante i campionati manifestavano, invece, l'intenzione di fermarsi. Una discrasia che conferma lo stato di grande confusione. Tornare a giocare, tuttavia, non è una decisione nelle prerogative del Comitato regionale ma, in questo momento di emergenza sanitaria, del Governo; così com'è di pertinenza della Commissione tecnico scientifica (che opera a stretto contatto con il Governo), la modifica dei protocolli sanitari». Zarelli conclude che «faremo ancora tutto il possibile per stare vicino alle società, dando fondo al massimo delle nostre risorse, derivanti esclusivamente dalle iscrizioni delle società, che non sono infinite e non godono di sussidi statali o di altre istituzioni. Altre tutele possono e devono arrivare dallo Stato o dalle Regioni. Il nostro silenzio, che tale non è perché rispondo a chiunque mi contatti, in realtà è la voglia di essere concreti, offrire soluzioni e non illusioni».
 

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