Come rimarcano i ricorrenti, "il Tar pone il dubbio sulla legittimità che una decisione di un vertice politico di una nazione (come la Presidenza del Consiglio dei ministri) possa sostituire e travalicare quella della massima autorità competente in materia ambientale (ministero dell'Ambiente) anche in palese presenza di danno ambientale immitigabile". Il via libera al progetto venne dato il 1° dicembre del 2017 dalla presidenza del consiglio dei ministri dopo che il dicastero (oltre al Comune di Tarquinia) aveva detto no.
Un congelamento nel merito che lega il futuro dell'opera alle decisioni dell'organismo con sede in Lussemburgo. E ora si rischia di perdere il finanziamento governativo per il completamento.
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