Pugile prende a mazzate l'auto dell'ex, «Gridava scendi che ti ammazzo»

Carabinieri
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 05:20

«Urlava scendi che ti ammazzo e colpiva la macchina con pugni e calci». Entra nel vivo con le parole della vittima il processo a un ex pugile 48enne di Vetralla che a febbraio dell’anno scorso creò il panico lungo la Cassia. L’imputato, accusato di violenza privata, minaccia e danneggiamento, mentre era a bordo della sua auto vide a uno stop la sua ex a bordo della macchina di un amico conosciuto in palestra. I due da alcune settimane aveva intrapreso una relazione sentimentale.

«Appena ci ha visto - ha spiegato la vittima - ha inchiodato e si è fermato. Io ho fatto solo in tempo a chiudere le serrature. Lui ha iniziato a sbattere i pugni sul finestrino e a gridare. Tirava calci alla macchina urlandomi di scendere». Passato lo spavento l’uomo ha inserito la marcia e a cercato di fuggire via da quell’incubo. Ma l’imputato, completamente preso dalla rabbia, ha lanciato la macchina a tutta velocità inseguendolo lungo la Cassia. «All’improvviso mi ha superato - ha detto ancora - e si è fermato davanti a me. Pensavo scendesse invece ha ingranato la retromarcia e mi è venuto addosso». L’inseguimento però non è terminato qui perché il 48enne accecato dalla gelosia ha continuato a seguire l’ex fidanzata. Fino a trovarla in distributore dove la coppia si era fermata per controllare i danni e chiamare le forze dell’ordine.

«E’ sceso con una mazza in mano e ha iniziato a colpire la macchina, il tettino, il cofano e la fiancata era tutto distrutto. Poi se ne è andato».

A raccontare gli attimi di terrore anche l’ex fidanzata che era bordo dell’auto. «Non ho visto tanto - ha spiegato - solo l’inizio perché dalla paura mi sono nascosta sul sedile posteriore e non ho alzato la testa. Ero nel panico. Sentivo solo i colpi sulla carrozzeria e non ho visto con cosa ci colpiva». Dopo aver dato in escandescenza il 48enne si è barricato in casa e quando i carabinieri sono arrivati per notificargli l’arresto hanno dovuto chiamare i vigili del fuoco. All’ingresso lo hanno trovato privo di sensi e a terra. All’arrivo dei sanitari del 118 è stato trasferito in ospedale, dove è stato sottoposto ad accertamenti ed esami tossicologici. L’ex pugile, in base agli esami eseguiti a Belcolle, non aveva fatto uso di droghe ma aveva assunto una dose massiccia di tranquillanti.

Durante la perquisizione, personale specializzato del Nucleo antisofisticazioni di Viterbo, ha scoperto anche sostanze dopanti. Dopo essersi ripreso ha spiegato al giudice per le indagini preliminari le ragioni del suo gesto, di natura prevalentemente passionale. «Ero molto arrabbiato - ha detto poco prima di finire ai domiciliari -, e non so perché quando li ho visti ho reagito in quel modo». Dopo aver trascorso alcuni mesi ai domiciliari su ordinanza del gip il 48enne è stato rimesso in libertà con l’obbligo di non avvicinarsi alle persone offese. «Devo dire - ha detto infine l’ex fidanzata - che dopo tutto ci ha anche chiesto scusa». 
La sentenza è prevista per il giorno di San Valentino.

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