Più ombre che luci quelle emergono dall’ultimo rapporto dell’Inail su infortuni e malattie professionali. I dati dell’istituto nazionale, aggiornati a tutto agosto, dimostrano che sul lavoro ci si continua a far male e, sempre più spesso, ci si lascia la pelle. “Dati che feriscono e richiamo tutti a un’assunzione di responsabilità. Perché se è vero che si sta facendo molto per aumentare la sicurezza lo è altrettanto che non basta: i numeri ci sbattono in faccia una realtà che va affrontata di petto”, reclama Fortunato Mannino, segretario della Cisl.
Eccoli, allora, questi dati: ad agosto in tutta la Tuscia l’Inail ha registrato 117 infortuni sul lavoro, contro i 92 dello stesso mese del 2022. Un aumento considerevole, solo in parte mitigato dall’andamento dei primi otto mesi del 2023, migliore rispetto allo stesso lasso di tempo dell’anno precedente: il totale degli incidenti nel primo periodo è di 1.219, nel secondo 1.833. Balza all’occhio che, esclusa Rieti, nelle altre province del Lazio il trend al ribasso è continuo da gennaio ad agosto mentre appunto nel Viterbese e nel Reatino la discesa si interrompe ad agosto che vede invece un incremento considerevole. Il motivo? “Molti di questi incidenti – spiega Mannino – sono avvenuti in agricoltura e in edilizia, legati soprattutto al grande caldo, nonostante il quale spesso si è continuati a lavorare senza accorgimenti sufficienti a tutelare la salute di braccianti o muratori”.
Ma il dato che più preoccupa il segretario della Cisl è quello relativo agli infortuni mortali: lo scorso anno, tra gennaio e agosto in provincia ne è stato registrato uno (proprio nel mese di agosto), mentre quest’anno il totale è arrivato a cinque. “Anche in questo caso, i settori più colpiti sono quelli dell’agricoltura e dell’edilizia.
C’è infine il capitolo delle malattie professionali. In questo caso, l’aumento c’è stato sia ad agosto 2023 rispetto allo stesso mese del 2022 (38 denunce contro 13), sia nel periodo gennaio-agosto dell’anno in corso confrontato col precedente (294 contro 219). Ceramica e servizi, in questo caso, i settori più coinvolti in provincia.